Periti nominati dal tribunale di Vibo Valentia per trascrivere le intercettazioni del processo Rinascita-Scott e poi “beccati” a conversare al bar dell’aula bunker con gli imputati. Ma anche periti che prima hanno chiesto al giudice una proroga di 24 mesi per portare a termine l’incarico assegnatogli e poi hanno accettato nuovi mandati, in altri processi, dai difensori degli stessi imputati di Rinascita-Scott. È stato un fiume in piena il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nell’udienza di ieri. Dopo il controesame del collaboratore di giustizia Andrea Mantella, al capo della Dda sono stati sufficienti 10 minuti per puntare il dito contro i consulenti del tribunale e chiedere al giudice Brigida Cavasino di fare chiarezza e di nominare anche nuovi consulenti nel maxi-processo che vede imputati esponenti della cosca Mancuso e diversi colletti bianchi.
Dopo aver ricordato che, nel corso delle udienze preliminari, il gup Claudio Paris ha conferito l’incarico di trascrivere le intercettazioni a tre periti – Vercillo, Nardone e Puccio – Gratteri ha ribadito le sue preoccupazioni già espresse il 3 dicembre: “Io ero presente e mi sono permesso di dire al gup Paris che non sarebbero bastati 10 periti. Non sono stato ascoltato. Era necessario perché per un’intercettazione ambientale di un’ora ci si impiega un giorno per trascriverla”. Poche settimane dopo, infatti, su richiesta del collegio peritale, il gup Paris ha nominato 38 ausiliari, rigettando la proroga dei 24 mesi. Iniziata l’istruttoria dibattimentale, invece, il 15 febbraio 2021, il tribunale ha confermato l’incarico ai tre periti e ne ha nominato altri due (Morabito e Scullari). Fin qui la storia di come si è arrivati alla nomina dei consulenti del Tribunale incaricati di trascrivere una montagna di intercettazioni, ambientali e telefoniche, che secondo la Procura sono fondamentali per provare in aula la responsabilità degli imputati.
Ed è a questo punto che il procuratore Gratteri ha spiegato – in un’aula bunker ammutolita – cosa ha scoperto la Dda nelle ultime settimane: “Il primo giugno il pm Annamaria Frustaci notava che il perito Nardone era seduto al tavolino del bar (di fronte all’aula bunker, ndr) con il detenuto agli arresti domiciliari Mario Artusa in violazione delle prescrizioni afferenti al regime detentivo dell’Artusa. All’arrivo della dottoressa Frustaci il perito si sollevava di scatto e scappava, si allontanava velocemente mentre Artusa si dirigeva all’interno del bar. Fermato dal pm il perito non forniva alcuna giustificazione per questa conversazione con il detenuto. Un perito del tribunale era seduto al bar col detenuto, cioè con quello a cui doveva fare la trascrizione. Da alcuni accertamenti fatti dai rilievi di videosorveglianza emergeva questo episodio”. Ma non solo: “Da altri accertamenti emergeva che i periti, dopo avere richiesto la proroga di 24 mesi per adempiere all’incarico, assumevano altri incarichi, sebbene in altri procedimenti, dai difensori degli stessi imputati cautelati nel processo ‘Rinascita-Scott’”.
Il brusio dell’aula non ha frenato Gratteri: “Quindi, sono venuti qui i periti a dire che hanno bisogno di 24 mesi perché le intercettazioni erano troppe e non ce la facevano a trascriverle, però assumono incarichi da avvocati che difendono imputati in questo processo. E però non facevano in tempo a trascrivere le intercettazioni di Rinascita-Scott”. Il procuratore ne ha per tutti: “Il 4 giugno del 2021 dalla consultazione di Facebook – dice – la polizia giudiziaria ha accertato un post pubblicato da tale Antonello Elia, dove compariva una fotografia scattata all’interno dei corridoi della procura di Catanzaro. Il post recava il commento: ‘La collaborazione tra professionisti garantisce la giusta soluzione. Buon weekend’. La foto ritrae Elia Antonio Francesco (un consulente informatico), l’avvocato De Nicolò Gigliotti Antonietta, difensore dell’imputato Onofrio D’Urso, Vercillo Walter, perito trascrittore delle intercettazioni, incaricato dal Tribunale di Vibo Valentia”.
E ancora: “Ripercorrendo a ritroso, sempre nello stesso profilo Facebook, – aggiunge Gratteri – si potevano rilevare altri ulteriori post: 20 maggio 2021, in foto ci sono Elia Antonio Francesco, Walter Vercillo recante lo scritto ‘lavoro, passione, impegno e tanti sacrifici, 25 anni di professione’. Il 2 aprile 2021 viene pubblicata una fotografia in cui si riconoscono Antonio Elia, l’avvocato Vincenzo Belvedere, difensore di Orazio Lo Bianco e Pietro Giamborino, imputati nel processo in corso di svolgimento, nonché nuovamente Walter Vercillo recante lo scritto ‘Grazie all’avvocato Enzo Belvedere per averci scelto come consulenti informatici forensi. Il successo si costruisce con obbiettivi e sacrifici’. Il 25 febbraio 2021 viene pubblicata una fotografia in cui si riconoscono Elia Antonio, Walter Vercillo all’interno dell’aula bunker di Lamezia Terme recante lo scritto: ‘Passione e lavoro, presso l’aula bunker di Lamezia Terme’. In quella data, da una relazione di servizio fatta dalla dottoressa Frustaci, si evince che Antonello Elia era presente in aula e si avvicinava alla stessa dottoressa per consegnarle un biglietto da visita dello studio Vercillo per eventuali consulenze di parte”.
E questi, secondo il procuratore di Catanzaro sono “quelli che non avevano tempo per fare le consulenze di Rinascita Scott”. Perciò, alla luce di quanto denunciato nel suo intervento, Gratteri ha chiesto al giudice Cavasino “di procedere all’integrazione del collegio peritale nominando un più elevato numero di periti, 15-20 periti”. Ma anche “di fissare un termine finale per l’esecuzione di incarico e il deposito delle perizie trascritte, di stabilire un termine mensile per i depositi parziali delle trascrizioni”. Per quanto riguarda, infine, il comportamento dei consulenti, il procuratore di Catanzaro ha chiesto al tribunale di convocarli e verificare quali fossero le ragioni del colloquio tra il perito Nardoni e il detenuto agli arresti domiciliari e verificare con il perito Vercillo “la natura degli incarichi ricevuti in altri procedimenti, dai difensori di Rinascita-Scott”.
Al termine dell’udienza, il giudice Cavasino ha affermato che aveva già in mente di aumentare il numero dei periti anche perché, due di loro (Morabito e Puccio, ndr) hanno rinunciato all’incarico. Gli altri si dovranno presentare in aula bunker il 5 luglio per chiarire le vicende che li riguardano.