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Antonello Venditti: “Ho rischiato il suicidio molte volte. Il ddl Zan? Ce l’ho dentro”

Il cantautore romano ha ripercorso in un'intervista a La Stampa la sua vita, tra i successi che hanno scandito la sua carriera ma, soprattutto, i dolori e le sofferenze dell'adolescenza, quelli che gli hanno dato l'ispirazione per iniziare a scrivere le sue canzoni

di F. Q.

“Sono stato un adolescente molto solo, bullizzato fino a 16 anni. Ero talmente complesso e complessato che ho rischiato il suicidio molte volte. Le canzoni sono nate da quel dolore. Adesso ho conquistato tante cose nella mia vita, innanzitutto una certa sicurezza psicologica e spirituale, ma in fondo sono sempre lo stesso”. Antonello Venditti a cuore aperto in un’intervista a La Stampa. Il cantautore romano ha ripercorso la sua vita, tra i successi che hanno scandito la sua carriera ma, soprattutto, i dolori e le sofferenze dell’adolescenza, quelli che gli hanno dato l’ispirazione per iniziare a scrivere le sue canzoni.

In quel periodo volevo morire – ha confidato Venditti -. Devi essere molto forte dentro, credere in te stesso e credere in quello che sei, io sono convinto che si suicidano solo i giusti, quelli che hanno ragione. I colpevoli sono più furbi, magari tentano il suicidio ma poi sopravvivono. A volte basta una parola per continuare a vivere. Ecco perché c’è bisogno di amici, di una società che si interessi di te anche se sei piccolo. Ci vorrebbe un amico, sempre”.

Oggi il cantautore è pronto a tornare ad esibirsi dal vivo in tutta Italia con il nuovo tourUnplugged special 2021”: “Prendo questi concerti come un dovere civile, innanzitutto verso tutti quelli che lavorano nel mondo dello spettacolo, che sono stati così duramente provati dal lockdown e non hanno lavorato per mesi. E poi per il pubblico, per ridare alla fisicità l’importanza che ha. Naturalmente con la massima attenzione alla sicurezza”.

Infine, l’intervistatore ha chiesto ad Antonello Venditti cosa pensasse del ddl Zan:“Non ho bisogno di sottoscrivere il decreto Zan: ce l’ho dentro. Nel mio profondo sono un anarchico, per me conta il mio diritto naturale, la mia coscienza – ha risposto -. Non ho bisogno di regole. Ma mi rendo conto che in questi tempi confusi c’è bisogno di atti formali che ribadiscano la civiltà. Mi sembra così normale che mi pare assurdo doverlo scrivere in una legge”.

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