Il Dipartimento di Stato ha in cantiere anche altre novità riguardo ai diritti legati al genere indicato sui passaporti a stelle e strisce. Si sta infatti valutando la possibilità di inserire la categoria "non-binary, intersex, e genere non conforme". Per questo, però, sono ancora necessarie ulteriori consultazioni
La battaglia per i diritti Lgbtqi si combatte anche sui documenti d’identità. E gli Stati Uniti, come annunciato dal segretario di Stato, Antony Blinken, sono pronti a guidare la svolta: d’ora in poi, ha dichiarato, i cittadini americani potranno indicare il proprio genere di preferenza sul passaporto, senza bisogno di presentare documentazione medica, anche se questo è diverso da quello di nascita.
Una mossa, hanno spiegato dall’amministrazione Biden, legata alla volontà del Dipartimento di Stato di “promuovere la libertà, la dignità e l’uguaglianza di tutte le persone, comprese le persone Lgbtqi. Oggi – ha aggiunto Blinken – sono lieto di annunciare che il dipartimento farà un ulteriore passo per assicurare un trattamento equo dei cittadini americani Lgbtqi”. Un passo che avverrà in maniera immediata, senza bisogno di passare da complicati, dispendiosi e lunghi processi burocratici: “Non sarà più necessario presentare un certificato medico se si sceglie un genere che non corrisponde al genere di altri documenti di identità”, ha ribadito.
Ma il Dipartimento di Stato ha in cantiere anche altre novità riguardo ai diritti legati al genere indicato sui passaporti a stelle e strisce. Si sta infatti valutando la possibilità di inserire la categoria “non-binary, intersex, e genere non conforme”. Per questo, però, sono ancora necessarie ulteriori consultazioni per decidere quale simbolo adottare, con gli attivisti che chiedono di usare la X al posto della M per “maschio”, e F per “femmina”. “Stiamo valutando il miglior approccio per raggiungere questo obiettivo – ha concluso Blinken – Il processo per aggiungere un simbolo di genere non binario su questi documenti è tecnologicamente complesso e abbiamo bisogno di tempo per aggiornare i sistemi”. Il segretario di Stato ha infine aggiunto che questi passi sono intrapresi in consultazione con altri governi che hanno “lo stesso orientamento”, tra cui Canada, Australia , Argentina , Nepal e Nuova Zelanda.
La decisione dell’amministrazione segue una promessa fatta dal presidente Joe Biden nel corso della campagna elettorale contro Donald Trump. L’attuale inquilino della Casa Bianca si disse preoccupato per il fatto che, senza una prova documentata del loro genere, le persone transgender e non binarie rischiano di vedersi negare l’occupazione, l’alloggio e altri benefici, incluso il diritto di voto.