Appena qualche giorno fa la sua immagine “emaciata” trasmessa dalla tv di Stato aveva creato sconcerto nel Paese. E ora il leader nordcoreano Kim Jong-un, che finora ha rivendicato l’assenza di casi di coronavirus, torna sotto i riflettori per avere denunciato un “grave incidente” non meglio specificato legato proprio al Covid-19 che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini. Secondo quanto riferito dall’agenzia di Stato Kcna, il supremo comandante, presiedendo ieri la riunione estesa del Politburo del Partito dei Lavoratori, ha rimosso dagli incarichi alcuni funzionari di alto livello. Questi ultimi, “trascurando importanti decisioni del partito, hanno causato un grave incidente che pone un’enorme crisi per la sicurezza della nazione e del suo popolo”.
Kim, parlando dei funzionari epurati, ha lamentato come i responsabili per “importanti affari di stato” abbiano “trascurato” l’attuazione di “decisioni importanti sull’adozione di misure organizzative, istituzionali, scientifiche e tecnologiche” riguardo la “prevenzione delle epidemie” in relazione alla “crisi sanitaria globale”. Si è prodotta così una “grande crisi” rispetto alla “sicurezza dello Stato e del popolo”, con “conseguenze gravi”. Non ci sono dettagli, ma durante la riunione, che si è tenuta ieri, è stata più volte criticata “la negligenza, l’incapacità e l’irresponsabilità” dei funzionari riguardo l’attuazione delle direttive ed è stato deciso di “valutare” l’operato di alcuni di loro per “adottare le misure adeguate”. E, secondo la Kcna, sono stati sostituiti diversi membri del Politburo, segretari del Comitato centrale e funzionari di diverse agenzie.
Dalla chiusura dei confini all’allerta sulla variante Delta – La Kcna non ha approfondito la natura del grave incidente, il cui annuncio segue mesi di annunci con i quali la Corea del Nord ha affermato di essere libera dal coronavirus, dopo aver deciso agli inizi del 2020 la chiusura de facto delle frontiere con la Cina e la Russia e altre misure per evitare la diffusione del virus. Di recente, però, Pyongyang ha sollecitato una “allerta massima” alla luce della diffusione della variante Delta. A luglio dello scorso anno, tuttavia, Pyongyang ha riferito che una persona che aveva disertato in Corea del Sud alcuni anni fa era tornata “illegalmente” nella città di confine nordcoreana di Kaesong ed era, sempre secondo la Kcna, “sospettata di essere stata infettata dal virus”. Alla fine del 2020, inoltre, la Corea del Nord ha messo in lockdown Hyesan al confine con la Cina e Nampo, che ha sulla costa occidentale ha il porto più grande del Paese, vietando alle persone provenienti da altre città di entrare nella capitale.
I numeri (inesistenti) della pandemia in Corea del Nord – In base agli ultimi aggiornamenti dati all’Oms, Pyongyang non ha segnalato infezioni dopo aver testato altre 735 persone, portando il totale a quota 31.083. Secondo un rapporto diffuso venerdì dall’agenzia Onu di Ginevra, gli ultimi test condotti dall’11 al 17 giugno includono 149 persone con influenza e malattie simili o “gravi infezioni respiratorie acute”. Nessuna informazione, infine, è stata fornita sulle persone messe in quarantena o rilasciate nel Paese, poiché la Corea del Nord non ha condiviso tali dati con l’Oms da dicembre.