La notizia che domina i giornali odierni riguarda la presa di posizione, molto pericolosa per il bene del Paese, assunta da Beppe Grillo nei confronti di Giuseppe Conte, utilizzando addirittura parole sprezzanti e indecorose.
A mio avviso, con questo atto, Grillo ha deciso il suicidio del Movimento 5 Stelle e ha creato una situazione politica che favorisce la destra, a lui ben cara, e avrà una forte influenza nella prossima elezione del Presidente della Repubblica, come teme molto Enrico Letta.
Sul piano economico, Mario Draghi è stato molto fermo nello stabilire la fine del blocco dei licenziamenti entro oggi, facendo salvi taluni piccoli settori del tessile, delle calzature e dell’abbigliamento. Stranamente i sindacati, che hanno condotto una pessima battaglia senza avere alcuna idea chiara sulla situazione economica attuale, hanno accolto questa decisione con il loro beneplacito.
Draghi ha anche stabilito l’abrogazione della norma che premiava, con 150 euro a semestre, i cittadini che avessero usato i pagamenti elettronici, almeno per 50 operazioni nell’intero semestre. Questa decisione è aberrante, diminuirà di molto le entrate fiscali, incentiverà l’evasione delle tasse e favorirà soprattutto coloro che agiscono ai limiti o oltre le norme dell’ordinamento giuridico.
Anche su questa decisione fortemente neoliberista di Draghi c’è stato l’assenso dei sindacati. Insomma il neoliberismo trionfa, a favore dei ricchi e ai danni del popolo.
Alla luce di questi fatti appare anche molto dubbia la conclusione che si avrà oggi su Alitalia, che dovrebbe essere trasformata nella S.p.A. Ita, molto ridimensionata nel personale e nel capitale, a seguito dell’incontro con la commissaria alla concorrenza dell’Unione europea Margrethe Vestager, del Ministro dello Sviluppo Giorgetti e del Ministro dell’Economia Franco.
È semplicemente scandaloso che in un settore in cui si decide dello sviluppo economico italiano, che potrebbe aumentare con l’apporto dei guadagni del trasporto aereo di merci e persone, in questo momento molto favorevole, e con l’aumento dei posti di lavoro di migliaia di lavoratori, la decisione sfugga alla sovranità italiana, che dovrebbe difendere i diritti fondamentali al lavoro, allo sviluppo della persona umana e al progresso materiale e spirituale della società e sia rimessa nelle mani, estranee, di una commissaria europea, la quale ha più volte espresso le sue intenzioni anti-italiane.
Non è certo questa l’Europa da condividere, e l’Italia non può essere governata da personaggi stranieri che hanno la mente infarcita di convincimenti neoliberisti, i quali perseguono la svendita totale del nostro Paese.
Questa politica, del resto, piace molto alla finanza, la quale non produce ricchezza, ma la trasferisce dai lavoratori alle grandi multinazionali e alle banche. Ne è prova il grande successo, dichiarato da Christine Lagarde, che ha avuto l’emissione dei bond europei. Fatto questo che, ovviamente, non aiuterà i poveri, ma i ricchi.
Al riguardo, molto significativa è l’espressione della presidente della Bce Lagarde, la quale considera “un’incognita” l’atteggiamento che avranno le imprese private, aiutate dal Recovery Plan, a investire nei settori della transizione ecologica e della trasformazione digitale, obiettivi che ovviamente favoriscono le grandi multinazionali, che saranno autorizzate a distruggere ancora maggiormente il nostro territorio.
Ripeto che a mio avviso l’unica via da seguire è quella indicata da Keynes, cioè un investimento pubblico colossale per il ristabilimento dell’equilibrio idrogeologico d’Italia, un investimento che non produce merci da collocare sul mercato, ma che distribuisce ricchezza ai lavoratori, i quali con le loro spese darebbero luogo alla creazione di un volano per l’economia, mentre tutti gli italiani potrebbero fruire di un territorio ristabilito nella sua consistenza e purificato dagli inquinamenti.
Ma tutto questo non è nella mente dei nostri politici, i quali, guidati da Mario Draghi, hanno dimostrato finora di non voler capire che la salvezza dell’Italia sta nell’attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica.