Al via da oggi il Green Pass europeo (Digital Green Certificate – Dgc), che completerà quello italiano già in funzione da qualche settimana. Il certificato agevola gli spostamenti all’interno dell’Ue e dell’area Schengen e attesta l’avvenuta vaccinazione (con due dosi), l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico o la guarigione dal Covid. Il Qr code presente nel pass verrà scannerizzato all’ingresso del Paese Ue di destinazione e permette di evitare quarantene o ulteriori tamponi, anche se in base all’andamento della pandemia, i Paesi Ue potranno adeguare le restrizioni per motivi di salute pubblica. Si può scaricare dalla piattaforma dedicata del Ministero della Salute e funziona sulla base dei dati forniti dalle Regioni. Il codice funziona come quello dei biglietti aerei e può essere tenuto sullo smartphone o in versione cartacea in tasca. Non sarà più necessario mostrare ulteriori documenti in aeroporto, dove i controlli restano comunque scrupolosi.

Cosa contiene – Il Green Pass europeo contiene le informazioni necessarie ai paesi in cui ci si reca ovvero nome, data di nascita, l’ente o il soggetto che ha rilasciato il certificato e il codice identificativo univoco, oltre al nome del vaccino ricevuto, il numero di dosi e la data della vaccinazione. Per chi invece riceve il pass dopo aver fatto il tampone, il certificato indica, oltre al risultato, il tipo di test effettuato, la data, l’ora e il luogo di rilascio. Così come per il certificato da guarigione che indica la data del risultato positivo al test e il periodo di validità.

Green Pass italiano ed europeo – Mentre il certificato già rilasciato dall’Italia entra in funzione 14 giorni dopo la prima dose, il Green Pass europeo sarà valido dopo 14 giorni dalla seconda dose di vaccino. Questo, infatti, certifica il ciclo vaccinale completo. I due pass non vanno confusi, ma vanno considerati (almeno per ora) come complementari: se quello italiano permette di accedere a eventi pubblici, celebrazioni e viaggiare nei paesi che – specificatamente – consentono l’accesso anche ai vaccinati con una sola dose, quello europeo permette di spostarsi tra i 27 Stati membri in maniera più agevolata, senza sottoporsi ad ulteriori tamponi o quarantene. Pur lasciando libertà ai governi nazionali di monitorare la situazione e cambiare, se necessario, le norme in corso d’opera, la Commissione Ue ha infatti chiesto di definire regole comuni.

I vaccini accettati – Per quanto riguarda i vaccini considerati validi dal Green Pass europeo, sono quelli autorizzati dall’Ema e già in circolazione in Europa. “Gli Stati membri dovranno accettare certificati vaccinali ottenuti con vaccini che hanno ricevuto l’autorizzazione al commercio nell’Unione europea” questo si legge sul sito dedicato della Commissione europea dedicato. E cioè: Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson.

La piattaforma ReOpen EU – Per garantire maggiore chiarezza, sulla piattaforma ReOpen EU sono disponibili le informazioni utili per viaggiare nei vari paesi, colorati in base alla situazione epidemiologica. L’Italia è considerata nella fascia verde, quindi dopo i 14 giorni dalla seconda dose, se negativi al tampone o se guariti dal Covid-19 ci si può spostare liberamente negli altri Paesi Ue. Ma proprio la situazione epidemiologica ha già causato un po’ di caos. La Germania ha infatti vietato l’ingresso a chi proviene dal Portogallo, colpito dalla variante Delta: decisione che non è piaciuta all’Ue che non la vede in linea con il lancio del Green Pass e con la salvaguardia della mobilità dei cittadini. Secondo la Commissione, infatti, i Paesi Ue dovrebbero adottare misure più rigide, come la quarantena se lo ritengono necessario, ma evitare di vietare tout-court gli ingressi.

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