Aveva inseguito per alcuni chilometri, a una velocità di 50 chilometri orari, un branco di lupi, minacciando di “scannarli” una volta “beccati”. Per questo Luca Ghedina, fratello del campione di sci, Kristian Ghedina, è stato condannato per maltrattamento di animali. Il fatto risale allo scorso gennaio. Il video dell’accaduto aveva subito fatto il giro del web, arrivando anche all’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, che aveva denunciato l’automobilista e che ieri ha dato notizia della condanna. “L’episodio era avvenuto a Passo Tre Croci – ricorda l’ente in una nota sul proprio sito per annunciare la vittoria – nel cuore delle Dolomiti venete”.
“Si tratta di una vittoria molto importante – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – perché sottolinea quanto un comportamento del genere sia inaccettabile e ringrazio l’avvocato Claudia Ricci per aver portato avanti questa battaglia. Quello che abbiamo visto in quel video è esattamente tutto quello che non bisogna fare se si incontrano questi animali – continua Carla Rocchi – che ricordiamo sono particolarmente protetti e beni indisponibili dello Stato. Costretti a correre a 50 chilometri orari per oltre due chilometri, sono stati costretti dall’inseguitore ad un grande sforzo, consumando energie in un periodo già di per sé avverso. Dal video si capisce che l’uomo ha subito dei danni a causa dei lupi ma questo non può essere una giustificazione per un comportamento tanto sbagliato, pericoloso e inutilmente crudele”.
“Da sempre l’Enpa invita gli agricoltori a prendere tutti gli accorgimenti possibili per proteggere i loro animali – si legge ancora nella nota – La prevenzione è possibile. Ribadiamo dunque ancora una volta che assumere un comportamento di questo tipo non è solo inaccettabile per il rispetto della dignità degli animali ma è anche pericoloso per chi lo mette in pratica. L’uomo avrebbe fatto bene a fermarsi in sicurezza, magari spegnendo per qualche istante i fari, e poi ripartire con calma. Un pessimo esempio da qualsiasi punto di vista! Bene la decisione del Tribunale di Belluno”.