Gli aumenti sono legati alla forte crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche e al prezzo delle quote di Co2, che per la prima volta ha superato i 50 euro per tonnellata. Mercoledì il cdm ha messo in campo risorse per ridurre l'impatto: senza l'intervento l'elettricità sarebbe rincarata del 20%. L'autorità per l'energia chiede al governo che, d'ora in poi, parte dei proventi dalle aste dei permessi ad inquinare sia automaticamente usata a contenimento delle bollette
L’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, sommata all’aumento senza precedenti del costo delle quote di Co2 pagate dai produttori di energia, ha scatenato una tempesta perfetta che rischiava di travolgere i consumatori finali. L’authority per l’energia (Arera) ha comunicato giovedì mattina che nel terzo trimestre di quest’anno una famiglia tipo in regime di tutela pagherà il 9,9% in più per l‘elettricità e il 15,3% in più per il gas. Comunque una stangata, nonostante l’intervento del governo che mercoledì sera è intervenuto in extremis destinando 1,2 miliardi di euro ad attenuare l’aumento delle tariffe riducendo gli oneri generali di sistema in bolletta. Senza il provvedimento (finanziato anche con 690 milioni a valere sul ricavato dalle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di Co2) l’impatto sui costi dell’elettricità sarebbe stato ancora più pesante: +20%, ha fatto sapere Arera.
Vista la congiuntura, i rialzi sono destinati a non fermarsi qui. Per questo il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, ha chiesto al governo di prevedere per il futuro che parte dei proventi dalla vendita dei permessi ad inquinare previsti dal sistema europeo Eu Ets venga automaticamente impiegata “a contenimento delle bollette”. Oggi il 50% di quelle risorse va ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo e viene destinato al finanziamento di misure green – dallo sviluppo delle energie rinnovabili a interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica – mentre l’altra metà va al fondo ammortamento titoli di Stato, cioè a ridurre il debito pubblico.
Effetto domino di rincari del gas e delle quote di Co2 – Gli aumenti sono legati al trend di forte crescita delle quotazioni delle principali materie prime energetiche: in particolare i prezzi europei del gas sono cresciuti di oltre il 30% nel secondo trimestre del 2021 rispetto al primo e risultano sempre più correlati con il prezzo della Co2 che il mese in corso si è attestato oltre i 50 euro per tonnellata di Co2, spiega Arera, anche per le attese di un possibile rafforzamento delle vigenti politiche comunitarie per il contenimento delle emissioni visto che il 14 luglio la Commissione presenterà la riforma del sistema Ets. Aumenti delle materie prime stanno causando ripercussioni analoghe sui prezzi finali dei consumatori anche in altri paesi europei, come la Spagna e la Francia. E la prospettiva che i rincari possano colpire in maniera sproporzionata le classi più deboli preoccupa anche Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione responsabile del Green Deal, che ha detto di temere ricadute sociali e ha proposto di creare un Climate action social fund per compensare i cittadini più vulnerabili.
Le stime dell’authority – La famiglia tipo ha consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW mentre per il gas i consumi sono di 1.400 metri cubi annui. In termini di effetti finali, per l’elettricità la spesa per la famiglia-tipo nell’anno compreso tra il 1° ottobre 2020 e il 30 settembre 2021 sarà di circa 559 euro, con una variazione del +12% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, corrispondente ad un aumento di circa 62,4 euro su base annua. Nello stesso periodo, invece, la spesa della famiglia-tipo per la bolletta gas sarà di circa 993 euro, con una variazione del -1,3% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, corrispondente ad una riduzione di circa 13 euro su base annua. Questo perché i rincari sono decollati con la ripresa post Covid, mentre in precedenza il livello dei prezzi era ovviamente ridotto a causa della minore domanda legata alle restrizioni.
Il bonus per le famiglie in disagio economico – Da luglio, a sostegno delle famiglie in stato disagio economico è attivo l’automatismo che consente a chi ne ha diritto (nuclei con Isee non superiore a 8.265 euro, 20.000 se con più di 3 figli) di trovarsi accreditato in bolletta, in modo automatico nei prossimi mesi, il bonus sociale di sconto per elettricità e gas, che comprenderà le agevolazioni già conteggiate dall’inizio dell’anno. Con l’automatismo le agevolazioni sono garantite oltre 3 milioni di famiglie, due terzi delle quali in passato non presentavano domanda. L’Arera ha inoltre attuato la misura prevista dal decreto Sostegni bis che proroga anche per il mese di luglio lo sconto per le bollette delle piccole imprese. La riduzione, di cui beneficiano principalmente circa 3,7 milioni di soggetti, nel primo decreto sostegni era stata già prevista per i mesi di aprile, maggio e giugno.