Mentre i vertici M5s si trincerano dietro il silenzio, un passo avanti lo hanno fatto i parlamentari. Nella giornata dello stallo, dopo il terremoto senza precedenti dei giorni scorsi, a dare un segnale sono i deputati 5 stelle, subito assecondati da Giuseppe Conte: il capogruppo a Montecitorio Davide Crippa ha infatti chiesto, a nome dell’assemblea, di vedere la bozza dello Statuto al centro delle polemiche e di incontrare sia Beppe Grillo che l’ex premier. Una richiesta ufficiale alla quale l’avvocato si è affrettato a rispondere positivamente: “Sono sempre a disposizione di deputati e senatori”, ha detto intercettato dai giornalisti davanti a casa. Intanto si muove qualcosa anche sul fronte del voto per il comitato direttivo: Vito Crimi, dopo che alle 15.30 è scaduto l’ultimatum di Beppe Grillo, ha fatto sapere di aver avviato le procedure di voto per l’elezione, ma sulla nuova piattaforma SkyVote e non sulla piattaforma Rousseau come chiedeva il garante.
Se la giornata di ieri si era chiusa con l’ennesimo botta e risposta tra garante ed ex leader in pectore, quella di oggi è iniziata con un faccia a faccia di un’ora tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte: un incontro dal quale non è trapelato praticamente niente, ma al quale è seguito un colloquio privato tra il ministro degli Esteri e Roberto Fico. Nel frattempo nei gruppi in subbuglio ci si chiede cosa succederà e tutte le strade rimangono aperte: c’è chi non esclude (o spera) in una possibile ricucitura e chi invece parla dell’ipotesi che anche lo stesso garante possa essere messo sotto accusa. Decisive saranno le prossime ore e ogni valutazione, su questo sono quasi tutti unanimi, è ancora prematura.
Di Maio a colloquio con Conte. Poi vede Fico – Gli unici segnali pubblici delle ultime ore sono arrivati da Luigi Di Maio: come prima cosa, in mattinata, il ministro degli Esteri è andato a casa dell’ex premier e si è intrattenuto per un colloquio di circa un’ora durante il quale, secondo le indiscrezioni, si è cercata l’ennesima mediazione. Il ministro degli Esteri, che ieri era ufficialmente impegnato per il G20, non ha ancora detto una parola sullo scontro in atto nel M5s. Proprio lui, nelle ore più calde dello scontro tra Conte e Grillo, aveva predicato calma, fatto appelli all’unità e addirittura, alla vigilia dello strappo, si era detto “ottimista” che la situazione sarebbe rientrata. Poi più niente: mentre il garante e l’ex premier si affrontavano pubblicamente, Di Maio ha scelto di non parlare. Un solo segnale è arrivato dal suo staff: una smentita alle ricostruzioni che lo avrebbero voluto a favore delle rottura per ribadire che “sta lavorando come sempre per l’unità”. Da non sottovalutare poi il fatto che, subito dopo il faccia a faccia con Conte, Di Maio ha avuto un lungo colloquio con il presidente della Camera, Roberto Fico: i due si sono intrattenuti al termine della cerimonia per la fine dell’anno all’Accademia dei Lincei, a Roma. Il colloquio è durato per tutto il tragitto di uscita dall’edificio, finché il presidente e il ministro si sono salutati per salire sulle rispettive auto. Avvicinato dai giornalisti, Di Maio ha salutato, ma non si è fermato per rispondere. E’ fondamentale, in questo clima di grande incertezza, capire come si muove e come si muoverà l’ex capo politico: la sua parola ha molta influenza sia con il garante che con l’ex presidente del Consiglio. E se c’è ancora spazio per mediare, lui è uno dei pochi a poter intervenire.
La mossa dei deputati M5s e il subbuglio nei gruppi – La situazione rimane molto complicata, di una gravità senza precedenti per il M5s. I gruppi parlamentari sono in subbuglio: l’assemblea dei senatori sembra compatta in sostegno dell’ex premier (e di Vito Crimi), mentre alla Camera la spaccatura è più netta. Resta il fatto però che il primo passo lo hanno fatto oggi i deputati: Davide Crippa, il capogruppo a Montecitorio che ieri non aveva diffuso note di solidarietà con Crimi, oggi si è fatto portavoce della richiesta dell’assemblea di incontrare sia Conte che Grillo. E soprattutto di vedere la bozza di Statuto e della carta dei valori: sono i documenti al centro dello scontro, ma che effettivamente nessuno (a parte una cerchia ristrettissima) ha potuto leggere. La mossa come dicevamo, ha accolto il favore di Conte, mentre dal fronte del garante tutto tace. Del resto, in questo scenario di rapporti umani fortemente logorati, c’è una terza via ipotizzata ed è quella per cui spingono big come Paola Taverna: votare lo Statuto di Conte in rete e lasciar decidere gli iscritti. Sarebbe un modo per spaccare definitivamente con Grillo? Forse. Anche se c’è chi dice che sarebbe la strada per arrivare a una decisione prima di tutto democratica. Da non sottovalutare le parole della sindaca di Roma Virginia Raggi che molti, nella conta del “chi sta con chi”, danno schierata con Beppe Grillo: “Sono assolutamente fiduciosa”, ha dichiarato in mattinata, “che si riuscirà a ricomporre anche questo periodo. Sento entrambi e sono due persone che stimo e apprezzo. Credo che questo momento di complessità si riuscirà a ricomporre”‘. Una visione che è meno campata per aria di quello che può sembrare e che viene condivisa da altri parlamentari, tra cui anche il deputato Luigi Gallo: “Io credo nel miracolo”, ha scritto nel blog su ilfattoquotidiano.it.
Il nodo del voto su Rousseau e l’elezione del comitato direttivo – Decisivo in questo quadro di stallo è anche quello che succede sul fronte del voto per l’elezione del comitato direttivo. Crimi ha, attraverso una mail, comunicato al garante di aver avviato questa mattina tutti “gli adempimenti prodromici allo svolgimento delle votazioni per il comitato direttivo”, individuando modalità e tempistiche per la presentazione delle candidature, per le verifiche dei requisiti e per lo svolgimento della votazione, ribadendo che si procederà al voto utilizzando lo strumento di voto messo a disposizione da SkyVote. La conferma è arriva da fonti del Movimento 5 stelle.
Crimi si è di fatto adeguato a quanto richiesto dal fondatore: solo ieri lo ha minacciato dicendo che sarebbe stato “direttamente e responsabile” delle conseguenze in caso di rifiuto. Beppe Grillo infatti, scaricando Giuseppe Conte, è tornato indietro alla decisione degli Stati generali M5s che erano terminati con la richiesta di eleggere un comitato a 5 e quindi consegnare al Movimento una leadership collegiale. Grillo però, ha anche chiesto che questa elezione fosse fatta su Rousseau, nonostante solo a inizio giugno scorso l’ex presidente del Consiglio e i vertici M5s siano arrivati a una separazione consensuale con la piattaforma di Davide Casaleggio. Una separazione arrivata dopo mesi di scontri e minacce di finire in tribunale. Grillo solo ieri ha intimato a Crimi di autorizzare l’uso dei dati degli iscritti per due voti sulla piattaforma Rousseau: uno per l’elezione del comitato direttivo e uno per la modifica dello Statuto. Il capo politico reggente, che ha in consegna appunto l’accesso ai dati, ha accettato di indire la votazione, ma ha scelto la nuova piattaforma SkyVote, quella con cui è stato stretto un accordo quando Conte era già leader in pectore (e si muoveva come tale). E di fatto Crimi ha (nuovamente) scaricato Rousseau. Ora si attende la reazione di Grillo (e Davide Casaleggio).
Nel silenzio, chi si è mosso è stato un gruppo di eletti 5 Stelle “ortodossi”, tra cui figura la consigliera regionale laziale Francesca De Vito (sorella di quel De Vito che ha mollato il M5s per passare con Fi), il consigliere napoletano ed ex candidato sindaco Matteo Brambilla e la ex probivira Raffaella Andreola, ha diffidato il Comitato di garanzia, il suo presidente e i suoi membri, “a porre in essere quanto necessario per procedere” alla votazione su Rousseau. Riservandosi anche di “adire le competenti sedi giudiziarie, anche in via risarcitoria, per lesione dei diritti associativi e politici dei sottoscritti, in caso di inottemperanza”. Insomma, il gruppo degli eletti ha messo in pratica quanto minacciato da Beppe Grillo. Ma anche qui, il silenzio del Presidente e reggente e dei componenti del Comitato Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, che ancora ieri minacciavano dimissioni, lascia intuire una guerra che potrebbe finire in tribunale.
Telefonata Conte-Raggi – In serata c’è stata una lunga telefonata tra Conte e Virginia Raggi, a ridosso a della cena elettorale organizzata dal Comitato Per Virginia che sostiene la ricandidatura della sindaca a Roma. “Confido che tutto si ricomponga. Giuseppe e Beppe sono due persone ragionevoli”, ha detto Raggi ai giornalisti.