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Mediobanca, Leonardo Del Vecchio sale al 19% di Piazzetta Cuccia: è vicino alla quota massima consentita dalla Bce

Ormai è prossimo al limite del 20% del capitale di Mediobanca. Il 20% a dire il vero non lo può toccare, dovrà fermarsi qualche frazione sotto questa quota per rispettare i paletti fissati dalla Bce. Ma gli acquisti della Delfin sono proseguiti: l’holding della famiglia del fondatore di Luxottica ha infatti acquistato ulteriori 31 milioni di azioni, pari al 3,5%, salendo così a sfiorare il 19% complessivo. L’operazione è stata conclusa a un prezzo medio di 9,9214 euro per azione, con un contratto derivato con scadenza 8 luglio 2024 avente come sottostante appunto queste nuove le azioni Mediobanca entrate nel portafoglio dell’imprenditore.

A Del Vecchio manca ora davvero poco per arrivare al tetto massimo del 19,9% consentito dall’Eurotower, che diede il proprio assenso alla scalata lo scorso 26 agosto. Da quel giorno e in pochi mesi Del Vecchio ha sconvolto tutti gli equilibri esistenti nel salotto della finanza italiana, bruciando le tappe in modo progressivo, fino a portarsi quasi alla meta in meno di un anno. Fin dall’inizio dell’avventura, a seguito delle disposizioni anti-scorrerie della Consob adottate con l’emergenza Covid, il fondatore di Luxottica aveva chiarito il “carattere finanziario e di lungo termine” del proprio investimento. Era l’inizio di ottobre e aveva appena superato la soglia del 10%, diventando il primo azionista di Mediobanca, senza però lanciare rivoluzioni, tanto da votare in assemblea per la lista di Assogestioni, evitando di proporne una propria, senza osteggiare quella presentata dallo stesso consiglio di amministrazione.

Il 2 dicembre del 2020 Del Vecchio era però già all’11% del capitale di piazzetta Cuccia. Per Natale poi è arrivato al 12%, poco dopo ha superato il 13% e in maggio è arrivato oltre il 15% dopo l’addio di Fininvest, anche se Silvio Berlusconi rimane tra i soci tramite Mediolanum (3,28%). A questo punto il fondatore di Luxottica è molto più che primo azionista, con dietro di lui i soci che aderiscono all’Accordo di consultazione, che crea un blocco del 10,54% circa del capitale dopo l’uscita di Fininvest e BlackRock al 3,98%. Schematrentatrè (famiglia Benetton) ha il 2,1%, Fin.Priv. l’1,62% e Francesco Gaetano Caltagirone l’1% dopo l’operazione di ingresso di marzo.