“Posso solo dirvi che Domenica Live e Live-Non è la D’Urso sono amatissimi e soprattutto sono di lunghissimissima vita. Tutte e due”, ha detto qualche mese fa Barbara D’Urso. Poco dopo era arrivato il bis: “Noi ci vediamo in prima serata su Canale 5 nuovamente in autunno. Come vedete, ci sono e ci sarò sempre, col cuore”. Nei giorni scorsi la ciliegina sulla torta: “Parlano, parlano, parlano. E io rido, rido, rido.”
C’è poco da ridere. Mediaset ha fornito una sonora bocciatura alla fu Lady Cologno, uno schiaffo mediatico pubblico e senza alibi nel corso della presentazione dei palinsesti Mediaset. Carmelita, i caffeucci, col cuore: la fine di un’era. Così trovano conferme tutte le notizie che circolavano da settimane: la cancellazione di “Live-Non è la D’Urso” e di “Domenica Live”, “Pomeriggio 5” rivoluzionato e ridotto.
All’orizzonte nessuna edizione nip del “Grande Fratello”, nemmeno una stagione de “La Dottoressa Giò”, mai pensato a un ritorno de “Lo Show dei Record”. Un cambio di passo “storico” ma verrebbe da dire che si è solo aperto il sipario, dietro al tendone poco stupore. Qualche brusio in sala. Da tempo dalle parti di Cologno Monzese si cercavano soluzioni alternative, si avvertiva una forte insofferenza per certe esagerazioni. I bassi ascolti hanno fatto il resto. Così negli anni le voci sui cambiamenti importanti iniziavano in primavera (“arriva Giletti”, “pensano alla Venier”, “la domenica ci sarà la Merlino”) e scomparivano a giugno quando in extremis ci si ritrovava con la minestra in tavola e 35° gradi fuori.
La gestione mediatica prima del tracollo ha di fatto reso più forte e visibile il colpo. Carriere così lunghe prevedono incidenti di percorso, è capitato a molti un momento no: da Pippo Baudo a Mara Venier, da Amadeus a Fabrizio Frizzi. Sono ripartiti con nuove sfide, meno prestigiose, mettendosi in gioco, senza spocchia e arrivando nuovamente in vetta. Mediaset non l’ha di certo aiutata assecondando uscite a dir poco sorprendenti, esaltando ascolti molto bassi addirittura nei telegiornali di punta (Crippa ci senti?). Puntare al muro contro muro con l’intera stampa di fronte a ogni legittima indiscrezione ha fornito spunti quasi comici. C’è poco da ridere Barbara.
Bocciatura sonora, dicevamo, nelle parole di Piersilvio Berlusconi: “Quel tipo di infotainment a 360 gradi che va dalla cronaca alla politica al gossip non credo abbia più grande senso, quindi abbiamo deciso, pensando di interpretare ciò che il pubblico percepisce, di cambiare squadra.” Basta nani e ballerine. Basta mostri del trash, basta scalette che prevedono prima il politico di turno e poi il Ken umano. Basta sostanzialmente alla tv della D’Urso che con grande orgoglio ha sempre rivendicato questo mix, soprattutto la presenza dei politici nei suoi spazi.
L’amministratore delegato dice un “basta all’infotainment”, quello ampio, forse troppo, ma “Mattino 5”, non molto lontano nei contenuti, resterà invariato (grazie ai buoni ascolti). Una sonora bocciatura, quella che non ti aspetti, è arrivata anche da Mauro Crippa (direttore Informazione Mediaset), lui che per Carmelita ha sempre indossato l’elmetto e schierato i fucili: “La parte info dell’infotainment quest’anno era drammatica. Il cambio pagina strideva, perché l’intrattenimento era difficile da miscelare. È il momento di cambiare pagina. Ci concentreremo sulla cronaca.”
La tv che oggi si boccia non ha una sola responsabile, sia chiaro. Questi programmi sono stati scritti, visionati, approvati, trasmessi. “Barbara D’Urso ha fatto un grandissimo lavoro, ho apprezzato il suo lavoro durante il lockdown. È una bravissima professionista e rimane nella nostra squadra. Appena ci sarà un progetto che piace a noi e a lei tornerà in prime time di intrattenimento”, ha dichiarato l’amministratore delegato del Biscione. Frasi di rito. Il prime time non è stato annunciato e, aggiungiamo, al momento non è previsto.
Si può fare meglio, anche di poco, “senza vergognarsi”, questa la logica che ha favorito la rivoluzione. È bastato collocare in prime time gli speciali di “Avanti un altro” (a costi ancora più ridotti di “Live-Non è la D’Urso”) per ottenere risultati migliori seppur non eccezionali (circa +3% considerando la chiusura a mezzanotte). Così “Scherzi a parte” con Enrico Papi è stato già registrato, non garantirà record ma sicuramente ascolti superiori a quelli della D’Urso con un titolo familiare, così come accadrà per “All Together Now” di Michelle Hunziker. Titoli e personaggi apprezzabili o meno ma “senza far vergognare l’azienda”.
“Commercialmente la domenica non è una fascia così importante, proviamo a fare qualcosa di diverso”, ha aggiunto Berlusconi. Tradotto: il punto in meno o in più non ci cambia la vita. Qualcosa di diverso, sempre per “non vergognarsi”. Il reebot di “Scene da un matrimonio” puzza di flop a chilometri di distanza e potrebbe funzionare alla prima con un colpo di scena: il ritorno di Anna Tatangelo ad Amorilandia e nozze lampo con Gigi D’Alessio. Ma durerà solo otto puntate con sul tavolo già alternative più forti. Se anche dovesse andar male non tornerebbe “Domenica Live”. C’è poco da ridere Barbara.
La chiave è nello spazio successivo: il raddoppio di “Verissimo” nel weekend. Silvia Toffanin si è fatta convincere e si è messa in gioco, Canale 5 schiera il suo “Che tempo che fa”. Produzione già in essere, volti di rete che tornano ospiti la domenica pomeriggio: bisognerà registrare tre/quattro interviste in più per coprire uno spazio nuovo. Anche qui con costi contenuti. Senza vergogna, questa volta con motivi di vanto.
E adesso cosa farà Carmelita? Sceglierà la linea dei mesi scorsi: fingere che non sia accaduto nulla e usare la parola “nuovi progetti” (al momento non previsti) come palliativo? E se invece cara Barbara usassi il momento peggiore della tua carriera per una svolta, per ammettere le difficoltà, gli errori e le esagerazioni? Per ripartire da qualcosa di diverso, leggero e allontanare questa comunicazione farlocca? “Parlano, parlano, parlano. E io rido, rido, rido”. Carmelita scegli la direzione ma una cosa è certa: c’è poco da ridere.