L’India, dove si è generata e diffusa per prima la nuova variante Delta che adesso minaccia anche l’Europa, ha superato la soglia delle 400mila vittime dall’inizio della pandemia, confermandosi il terzo Paese al mondo per numero di morti, dopo i 605mila degli Stati Uniti e i 520mila del Brasile. Secondo fonti sanitarie indiane e internazionali, il bilancio reale è molto più pesante: si parla di oltre un milione di morti che potrebbero ulteriormente aumentare dopo la revoca di diverse misure di contenimento.
I numeri dell’India si inseriscono in un quadro che, al momento, conta ormai quasi 4 milioni di morti di Covid-19 nel mondo, secondo le stime ufficiali. Per limitare il più possibile le perdite in futuro, il governo indiano conta di immunizzare 1,1 miliardi di adulti entro la fine dell’anno. Ma a causa della carenza di vaccini, della disorganizzazione e di una certa resistenza tra la popolazione, solo il 5% dei residenti ha finora ricevuto due dosi. Il 21 giugno scorso il governo ha cercato di potenziare la campagna di immunizzazione rendendo il vaccino gratuito per tutti gli adulti, con oltre 9 milioni di dosi somministrate in un solo giorno, ma da allora il tasso di vaccinazione è diminuito, con una media di poco più di quattro milioni di dosi somministrate ogni giorno la scorsa settimana, secondo i dati dell’esecutivo di New Delhi.
Questa settimana il governo indiano ha dichiarato alla Corte Suprema che il numero di dosi che potrebbero essere disponibili tra agosto e dicembre è di 1,35 miliardi, rispetto ai 2,16 miliardi giunti nei mesi precedenti. Si tratta di cinque vaccini diversi, rispetto agli otto inizialmente previsti. Martedì, l’India ha approvato l’uso del vaccino Moderna, che si aggiunge ad AstraZeneca, Covaxin e allo Sputnik V. La società farmaceutica indiana Zydus Cadila ha annunciato di aver sviluppato un nuovo farmaco, sostenendo che gli studi clinici hanno mostrato un tasso di efficacia del 67%. In una conferenza stampa, il direttore di Cadila, Sharvil Patel, ha affermato che la sua azienda spera di produrne 50 milioni di dosi entro la fine dell’anno.