La crisi causata dalla pandemia ha colpito di più il Centro-nord che ha registrato un calo del Pil del 9%. Sono le stime preliminari Istat sull’andamento del Prodotto interno lordo del 2020: al Nord-ovest e al Nord-est il Pil è calato in volume di 9%, al Centro dell’8,8%, mentre il Sud ha subito la perdita più contenuta (-8,4%). Prevedibilmente, il settore più colpito è stato quello del commercio (-13,3%), seguito dall‘industria (-11,1%). Nel Nord-est e nel Mezzogiorno le perdite più alte tra esercizi commerciali, trasporti e telecomunicazioni (-14,5%). Mentre l’occupazione è calata in quasi tutto il territorio nazionale, senza particolare picchi.

Nord – L’industria è tra i settori che hanno riportato flessioni del valore aggiunto più marcate, soprattutto a Nord-ovest con un calo di quasi 12 punti percentuali (-10,5% a Nord-est). Qui, anche il comparto dei servizi immobiliari, finanziari e professionali ha subito un calo più alto rispetto alla media nazionale (-5,8%), mentre quello delle costruzioni ha riportato una perdita del 6,1%, lievemente inferiore rispetto alla media del resto del Paese. Sempre a Nord-ovest l’agricoltura è il settore che è stato meno colpito dalla crisi dovuta alla pandemia con una flessione del 3,6%, quasi il doppio a Nord-Est.

Centro – Dopo il comparto del commercio e l’industria, al Centro l’agricoltura è il settore che registra le perdite più ingenti, con il 9,3%. Anche la flessione delle costruzioni è più alta della media nazionale (-6,9%). Al contrario, il calo dei servizi è minore che al Nord (-5,9%). Il settore che comprende commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni ha subito anche qui un forte calo (-12,9%), seguito dall’industria (-11,5%).

Sud – Il Mezzogiorno condivide con il Nord-est la peggiore performance nel settore del commercio, trasporti e telecomunicazioni. In compenso, qui l’industria registra il calo meno marcato (-9,9%). Meno negativa della media nazionale è anche la perdita del settore costruzioni (-6%) e dei servizi immobiliari, finanziari e professionali (-5,1%).

Occupazione – Per quanto riguarda l’occupazione, questa è diminuita in maniera più omogenea da Nord a Sud: -2,1% a Nord-ovest e a Sud, -2% a Nord-est e -1,9% al Centro. Il settore delle costruzioni, l’unico ad aver registrato un incremento a livello nazionale, ha segnato la crescita maggiore al Sud (+2,4%) e la performance peggiore al Centro, anche se con una lievissima flessione (-0,1%). A fronte di una tenuta complessiva, l’occupazione in agricoltura ha registrato il migliore risultato al Nord-ovest (+1,0%) e il peggiore al Sud (-0,5%), mentre l’industria è stata particolarmente penalizzata nel Nord-ovest (-0,9%). La rilevante contrazione dell’occupazione nel commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni ha interessato tutte le aree in misura vicina alla media nazionale (-4,3%), con un picco negativo al Nord-est (-4,8%). Mentre, i servizi finanziari, immobiliari e professionali sono stati particolarmente colpiti al Nord-ovest (-2,5%).

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