Come annunciato il capo politico ad interim ha indetto il voto richiesto da Beppe Grillo. Ma lo ha fatto sulla nuova piattaforma SkyVote e non sulla piattaforma Rousseau come chiedeva il garante. Il post per indire la votazione è stato pubblicato sul nuovo sito dei 5 stelle. Il regolamento sbarra la strada a chi non è iscritto da almeno un anno e non condivide l'attuale statuto del M5s
Due giorni dopo l’ultimatum di Beppe Grillo, Vito Crimi ha effettivamente indetto le elezioni per il nuovo comitato direttivo del Movimento 5 stelle. Ma, come annunciato, lo ha fatto sulla nuova piattaforma SkyVote e non sulla piattaforma Rousseau come chiedeva il garante. E soprattutto il post per indire la votazione è stato pubblicato sul nuovo sito dei 5 stelle, che dunque va online in un periodo particolarmente delicato. E mentre sullo sfondo continuano le mediazioni, arriva un documento sottoscritto da 19 senatori che chiedono di ricomporre la frattura tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo.
Il post – “Come richiesto dal Garante, Beppe Grillo, è indetta la votazione per il Comitato direttivo del Movimento 5 Stelle. Nei prossimi giorni saranno pubblicate le modalità e i tempi di presentazione delle candidature attraverso la nuova piattaforma di gestione degli iscritti e le date di svolgimento delle votazioni sulla nuova piattaforma di voto”, scrive il capo politico ad interim. Il nuovo portale sostituisce il blog di Beppe Grillo, primo organo di diffusione delle notizie pentastellate, ma anche il Blog delle stelle, che nella separazione con Rousseau è rimasto nella disponibilità dell’associazione guidata da Davide Casaleggio. La versione – viene fatto notare – è ancora work in progress, ma da oggi è online, a disposizione degli iscritti.
Strada sbarrata a Conte – Il regolamento per l’elezione del nuovo organismo composto da cinque persone sbarra la strada anche a Giuseppe Conte. Prevede infatti che chi voglia candidarsi debba essere non solo iscritto al M5s “entro il 30 giugno del 2020”, praticamente un anno fa, ma impone di accettare “lo Statuto e il Codice Etico dell’Associazione MoVimento 5 Stelle” e di condividerne “totalmente il loro contenuto”. Ovviamente l’ex premier non aveva prima e non ha interesse ora a candidarsi per il comitato, visto che al massimo lui sarebbe stato il nuovo capo politico.
Chi non si può candidare al comitato direttivo – Tra gli altri requisiti richiesti per candidarsi: avere più di 25 anni, non avere condanne anche di primo grado, non aver partecipato a elezioni ed essere stati iscritti altri partiti a partire dal 2009 (cioè da quando esiste il M5s). Strada sbarrata anche agli iscritti ad associazioni massoniche. Il regolamento prevede poi che per il ruolo di componente del comitato direttivo siano incandidabili i componenti del Comitato di Garanzia (come lo stesso Crimi ndr), i componenti del Collegio dei Probiviri, il tesoriere, il Garante, i Componenti Associazione Rousseau. L’incarico è poi compatibile con i ruolo di tutti i big: dal capo delegazione governativa (che è oggi il ministro Stefano Patuanelli), al capo delegazione al Parlamento europeo, dal capogruppo alla Camera a quello al Senato fino ai presidenti di Montecitorio, Palazzo Madama e dell’Europarlamento.
Di Maio e Fico mediano: scissione in stand by – Adesso bisognerà capire cosa comporterà la scelta di Crimi di optare per un sito diverso da Rousseau, violando dunque il diktat di Grillo. “Gli associati che si sono iscritti (tutti) attraverso un altro sito, come fanno a sapere che movimento5stelle.eu, è il ‘sito del movimento’, su cui – a norma di statuto – deve essere pubblicato l’avviso di convocazione delle consultazioni? Ah, saperlo”, scrive su Facebook l’avvocato Lorenzo Borrè, legale in molte cause contro il Movimento, che già ieri sera ha già preannunciato una raffica di ricorsi. Nel frattempo, sottotraccia, proseguono le trattative per provare l’ultimo tentativo e ricomporre la frattura tra Grillo e Conte. A mediare sono ancora Luigi Di Maio e Roberto Fico, che per il momento hanno messo in stand by la spaccatura dei gruppi. Nel frattempo i parlamentari M5S, soprattutto al Senato, chiedono che l’incontro ‘chiarificatore’ con Grillo e Conte si tenga al più presto, già lunedì (al momento una riunione non è stata ancora convocata). Molti tra deputati e senatori temono che il clima di ‘guerra fredda‘ logori ancor più il Movimento. In questo quadro, molto importante appare la richiesta dei gruppi di poter finalmente leggere lo Statuto e la Carta dei valori preparati da Conte in questi mesi, con conseguenti incontri (separati) sia con lui che con Grillo. Istanza che è stata accolta sia dal garante che dall’ex presidente del Consiglio.
Le reazioni – In un generale e diffuso silenzio, a commentare questo momento di stasi è Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno che su Instagram scrive: “Vedo che molti tifano per la fine del MoVimento 5 Stelle, un pò misero. Abbiamo affrontato tante discussioni negli anni e ne siamo sempre usciti più forti di prima. Al momento è attivo un percorso di mediazione da parte dei capigruppo così come chiesto in assemblea. Massimo supporto al fine di trovare la quadra e coinvolgere gli iscritti nella decisione. La partecipazione e il coinvolgimento sono il Dna del MoVimento, mai allontanarsi dai valori fondanti. Servono meno tifoserie, più equilibrio e studio dei regolamenti”. Il rischio, in questo momento, è che il caos possa influire nella campagna elettorale dei candidati alle comunali. “Grillo? Non l’ho sentito, ma se ci sarà necessità ci sentiremo”, ha detto Gaetano Manfredi, candidato sindaco di Napoli per il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle che era stato scelto proprio da Conte. Attacca l’ex premier Vincenzo Spadafora, già suo ministro allo Sport e storico braccio destro di Di Maio. “Conte è stato un ottimo presidente, apprezzato in Italia e all’estero, ha accompagnato il Paese nel momento più difficile con prudenza e saggezza. Fare il leader politico, però, è un altro mestiere”, ha ripetuto il deputato n un’intervista al Corriere della Sera. Secondo l’ex ministro dello Sport, Conte negli ultimi quattro mesi “ha impostato male il piano politico. Ci ha diviso decidendo di incontrare solo alcuni, senza un processo ampio di partecipazione democratica della base, ma anche del gruppo alla Camera. Non sapere cosa stesse accadendo – sostiene- ha alimentato solo confusione”.