L'iniziativa lanciata a settembre scorso da Anna Chiricosta su Change.org. A ilfattoquotidiano.it racconta: "Ognuno deve poter avere la libertà di spostarsi dove meglio crede soprattutto nella propria città, disabilità o problematiche incluse"
Denuncia attraverso una petizione online su Change.org la presenza diffusa di barriere architettoniche che limitano la libertà di movimento e, più nello specifico, nella via principale della sua città, il Corso Garibaldi di Reggio Calabria, situata nel centro storico e parallela a un’altra zona molto frequentata che è il Lungomare Falcomatà. Si tratta di Anna Chiricosta e all’età di 3 anni le è stata diagnosticata una patologia autoimmune cronica, l’Artrite Idiopatica Giovanile, malattia che può portare a limitazioni articolari importanti. Utilizza la carrozzina negli spostamenti più lunghi. Chiricosta a febbraio scorso ha deciso di lanciare una petizione per abbattere le barriere architettoniche di Corso Garibaldi con l’obiettivo di renderlo finalmente accessibile e inclusivo. “La petizione desidero rivolgerla al sindaco Giuseppe Falcomatà e all’Urbanistica di Reggio Calabria, poiché serve il supporto di tutti e non solo di chi ha delle difficoltà motorie”, afferma a Ilfattoquotidiano.it. “La verità è che come me, molte persone, troppe volte, hanno rinunciato a una passeggiata, a sbrigare delle commissioni o a raggiungere il loro posto di lavoro solo per evitare di fare la strada sul Corso Garibaldi. Non siamo noi a doverci ‘sistemare’, siete voi che dovete rendere accessibili i luoghi pubblici, come da legge e come afferma anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”.
L’idea di lanciare la petizione nasce non come una guerra verso gli organi della sua città, ma vuole essere uno strumento propositivo per trovare soluzioni efficaci a un problema reale che per troppo tempo è rimasto inascoltato. “Ognuno deve poter avere la libertà di spostarsi dove meglio crede soprattutto nella propria città, disabilità o problematiche incluse. L’appoggio e il sostegno reciproco contro un problema è di fondamentale importanza, da qui la nascita della petizione”. Il Corso Garibaldi rappresenta una delle strade principali in cui sono presenti molte attività commerciali, servizi, uffici, zone di ristorazione o svago ed è quindi indispensabile renderla accessibile a chiunque. “Reggio Calabria è sicuramente una città architettonicamente bella e turistica ma è davvero poco (o per nulla) accessibile per chi ha difficoltà motorie, in particolare il Corso Garibaldi”, aggiunge l’artefice della petizione, “la mia esperienza e il pensiero di diversi cittadini, con altrettante disabilità soprattutto motorie, evidenziano tante criticità che non possono passare in secondo piano”. Ad esempio Chiricosta sottolinea la mancanza di adeguate rampe nei marciapiedi e che spesso sono bloccate da macchine parcheggiate davanti; la presenza di un numero elevato di buche per tutto il percorso pedonale; i parcheggi per persone con disabilità in punti scomodi e poco sicuri; la presenza di un basolato lavico originario senza un percorso alternativo accessibile in totale sicurezza; presenza di scalini e mancanza di rampe mobili all’entrata di molte attività e locali aperti al pubblico. “Più volte mi sono dovuta rifiutare di fare un giro con gli amici perché non mi sento sicura a passeggiare in quella zona, senza che qualcuno abbia una buona dimestichezza nell’aiutarmi nel percorso” scrive nella petizione.
Chiricosta vive con la sua famiglia, si è laureata in Scienze Cognitive e viaggia spesso in altre città per motivi di salute. Ha intrapreso un percorso di divulgazione e sensibilizzazione dei diritti delle persone con disabilità anche sui social, “dove, insieme alla mia quotidianità, racconto e cerco di dar voce a tutti quei problemi che le persone con disabilità devono affrontare ogni giorno, essendo spesso vittime di pregiudizi e stigmi sociali”. Inoltre, da qualche anno, è volontaria dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMARR). Tra le sue passioni più grandi vi sono la moda e la scrittura. Chiricosta ha deciso di dedicare parte della sua vita a “combattere battaglie che sono perlopiù incentrate sull’inclusione e la normalizzazione della condizione delle persone con disabilità, dove le soluzioni non devono soffermarsi all’aspetto assistenziale (che peraltro fa emergere molte altre problematiche) ma abbracciare più sfere sociali, anche e soprattutto quelle dello svago (concerti, viaggi, luoghi di movida)” racconta a ilfattoquotidiano.it. Si batte anche per “far includere la disabilità in contesti lavorativi e professionali, senza considerarla ‘un peso’ ma una opportunità per le aziende. Vorrei finalmente – aggiunge – veder incluse le persone con disabilità e/o corpi non conformi in settori ancora poco inclusivi come la moda e i media, che utilizzano spesso una narrazione poco rappresentativa delle persone disabili. Come dico sempre non esistono persone di serie A e persone di serie B ma, a volte, di serie B ci si sente! Non lasciamoci intimidire dai giudizi e supportiamoci”.
Chiricosta nella petizione ricorda che “nel 2001 l’Oms pubblica la Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF), della Disabilità e della Salute, che definisce la disabilità anche sulla base del contesto in cui si vive: un ambiente più accessibile e con meno impedimenti possibili aiuta a ‘ridimensionare’ la propria disabilità o le proprie difficoltà e a sentirsi più autonomi rispetto un contesto con molte barriere”. Che cosa suggerisce alle istituzioni per migliorare Corso Garibaldi? “Una prima soluzione potrebbe essere quella di rendere più ‘liscia’ la pavimentazione del basolato lavico o creare un percorso più accessibile e sicuro per carrozzine e/o passeggini. Inoltre, si potrebbero dotare di pedane mobili, da utilizzare all’occorrenza, tutti gli edifici aperti al pubblico (come i negozi) con scale o gradini” dice Anna Chiricosta. E conclude con un appello: “Vi chiedo di firmare questa petizione, poiché serve il supporto di tutti e non solo di chi ha delle difficoltà motorie. Ricordiamo sempre che siamo tutti cittadini con gli stessi diritti e chiediamo le stesse opportunità”.