Il contratto nazionale dei rider firmato dall’Ugl è “illegittimo” e non va applicato a nessuno dei lavoratori. L’unico sindacato che l’ha firmato, tra l’altro allineato al volere delle multinazionali, “non aveva i requisiti di rappresentatività”. Ancora una volta, è il tribunale di Bologna a fare a pezzi le piattaforme del food delivery. E per la prima volta viene scolpito nella pietra un punto cardine: l’accordo di comodo firmato dalle app con l’Ugl non è valido e, a maggior ragione, non può essere minacciato di licenziamento chi non lo accetterà, come è stato fatto negli ultimi mesi.
Così hanno deciso i giudici sul ricorso presentato da Nidil, Filt e Filcams Cgil, con gli avvocati Bidetti, De Marchis, Vacirca, Mangione e Piccinini. La causa era partita lo scorso autunno. A settembre, infatti, l’Ugl aveva firmato il contratto con l’Assodelivery (Deliveroo, Glovo e Uber Eats) accettando per intero il modello del lavoro autonomo, dei pagamenti a cottimo, dell’assenza di diritti quali ferie, malattia e maternità. Solo tariffe parametrate al numero di consegne, con un sistema di calcolo deciso dall’azienda e non inferiore a 10 euro per ogni 60 minuti di percorrenza (quindi non per ogni ora di orologio). Subito dopo, le aziende hanno obbligato tutti i ciclo-fattorini ad accettare il passaggio al nuovo contratto. Chi non avrebbe detto sì, sarebbe stato mandato a casa.
Ecco perché la Cgil si è rivolta al Tribunale, per far dichiarare “illegittima e discriminatoria” questa condotta di Deliveroo. Oggi i magistrati di Bologna hanno accolto la richiesta. “Il giudice – si legge nel provvedimento – accerta e dichiara l’illegittimità dell’applicazione ai riders, da parte di Deliveroo Italy s.r.l., del contratto sottoscritto da UGL Rider ed ordina a Deliveroo Italy s.r.l. di astenersi dall’applicare detto accordo ai propri riders”.
“Un pronunciamento straordinario – commenta la segretaria nazionale Cgil Tania Scacchetti – il primo contro un accordo che abbiamo sempre considerato non fondato su una reale rappresentatività. Poi questo significa anche che si apre una strada che per noi deve essere di relazioni diverse con Assodelivery”. Nelle ultime settimane il confronto tra sindacati e app si era un po’ raffreddato, ma le sigle contano di riprenderlo a luglio.