Castello di Tutino, ma che spettacolo. Dopo ben 70 anni il castello salentino di Tricase, in provincia di Lecce, torna ad essere cuore pulsante di cultura e arte. Nel cuore del Salento nascosto, in quel lembo di terra nella “Finibus Terrae”, l’estremo tacco d’Italia che si tuffa dove cielo e mare si fondono, questa antica dimora storica trova nuova linfa vitale nella cultura. Tra la protezione delle sue spesse mura, lo storico castello edificato nel XV secolo diventa l’anima della vita culturale di Tutino e del Capo di Leuca per accogliere nella sua corte arte, teatro, musica, spettacoli, mostre e laboratori. Un vero e proprio presidio aperto ed inclusivo che ha come ispiratori quattro amici sognatori diventati poi soci: Gustavo Caputo (proprietario del Castello di Tutino), Edoardo Winspeare (direttore artistico del Castello di Tutino), l’imprenditore Mauro Pantaleo e Luigi de Vecchi, nome affermato nel panorama finanziario europeo con l’amore per il Salento.
Tra le narici il profumo dei fichi caldi di sole si mischia con quello persistente della pur dismessa da un cinquantennio manifattura del tabacco che ha fatto lavorare in queste stanze intere generazioni di donne salentine. Il colore dorato della pietra leccese riscalda gli spazi rigorosi, austeri, centenari, di Tutino che per tutta l’estate 2021 ospitano un caravanserraglio di iniziative che spazieranno dallo spazio della ristorazione e del bar, fino agli incontri letterari, alle proiezioni cinematografiche e ai momenti di ballo e canto. Lo sguardo è ancorato prima di tutto alla tradizione arcaica salentina, come segnalano i cinque momenti dedicati alla musica.
Un tuffo tra passato e presente di questa terra stretta tra Ionio e Adriatico ma con legami invisibili perfino con il mondo balcanico. Il 3 Luglio il nuovo spettacolo live “Leuca” di Rachele Andrioli; il 10 luglio gli stornelli, i canti alla stisa, la pizzica di Luca Buccarella e Massimiliano De Marco; il 17 luglio ecco congiungersi le due rive del mar Adriatico con Redi Hasa e Rocco Nigro in Mediterraneo Contemporaneo. Poi ancora il 24 luglio, “Canti e Incanti” lo spettacolo di danza con la Compagnia Tarantarte e il 6 agosto il Kore Ensemble con le musiciste Cinzia Marzo, Silvia Gallone, Eufemia Mascolo e la danzatrice Maristella Martella. Non da meno il lungo e fitto programma degli aperitivi letterari che iniziano il 19 giugno e proseguono fino ad agosto. Tra gli appuntamenti Eliana Liotta e il suo Il Cibo che ci salverà (La Nave di Teseo); la cena letteraria con Gianrico Carofiglio che presenterà il suo ultimo giallo “La disciplina di Penelope” (Mondadori); Graziano Gala e il suo romanzo giallo “Sangue di Giuda” (Minimun fax); Goffredo Buccini, inviato speciale de “Il Corriere della Sera”, autore di “Italian e No. Dagli albanesi ai «taxi del mare». Storia di un paese a galla su trent’anni di paure” (Edizioni Solferino); la sceneggiatrice Francesca Marciano (Maledetto il giorno che t’ho incontrato) che presenterà “Animal Spirit” (Mondadori). E ancora, ad agosto, si vola con la mente oltre Manica con Antonio Caprarica, storico corrispondente del Tg1 a Londra, che presenterà il suo nuovo libro con le ultime rivelazioni sulla monarchia britannica e la famiglia della Regina Elisabetta.
E ancora, dal 1 luglio al 9 settembre in 11 appuntamenti serali saranno proiettati i seguenti film: Requiem per gli Ulivi di Puglia (R: Edoardo Winspeare), Semina il vento (R: Danilo Caputo) , Il Miracolo (R: Edoardo Winspeare), A Sud della musica – La voce libera di Giovanni Marini (R: Giandomenico Curi), Vento di soave (R: Corrado Punzi), LaCapaGira (R: Alessandro Piva), Il primo incarico (R: Giorgia Cecere), Il bene mio (R: Pippo Mezzapesa), La guerra dei cafoni (R: Davide Barletti, Lorenzo Conte), In viaggio con Cecilia (R: Cecilia Mangini, Mariangela Barbanente), Il Mondiale in piazza (R: Vito Palmieri), Babbo Natale (R: Alessandro Valenti), Lingua Madre (Giuseppe O. Schimera), La terra delle onde (R: Francesco Lorusso) e Il Successore (R: Mattia Epifani).
E sempre per rimanere nell’ambito cinematografico tra gli amici soci che hanno fatto rinascere il castello di Tutino c’è anche quel Edoardo Winspeare, il 55enne regista salentino che nel 1996 colpì il mondo intero con il suo film d’esordio, Pizzicata. Del 2000 è Sangue vivo, opera seconda, ancora legata alle radici del Salento, scontro fratricida con anche Tricase tra le locatione, e una preziosissima partecipazione al Sundance di Robert Redford. Ne 2003 è il turno del Concorso al Festival di Venezia, con Il miracolo, l’opera meno compresa di Winspeare, intermente girata a Taranto. Galantuomini (2006) è forse il vero e proprio salto in un cinema d’autore, produttivamente riconoscibile, giustizia pubblica che si incrocia a sentimento privato, con protagonisti Fabrizio Gifuni e Donatella Finocchiaro. Infine nel 2014 un ritorno ad un cinema sistematicamente indipendente, con In grazia di Dio: attori non professionisti, pagamento di maestranze e cast con il baratto, storia di un economia territoriale sfibrata e sfinita dalla concorrenza cinese e del parziale ritorno alla terra e alle origini dei suoi protagonisti.