La vera gara in questi Europei di calcio è tra il pallone e la pandemia. E a prescindere dalle squadre in campo, per i britannici il punteggio sarà deciso ai rigori il giorno della finale a Wembley, sotto gli occhi del resto d’Europa tra tifo e paure per il diffondersi dell’aggressiva variante Delta che ha uno dei suoi focolai più preoccupanti nel Regno Unito. La cancelliera Angela Merkel, contraria a uno stadio che per le semifinali e la finale sarà riempito da 60mila tifosi (cioè il 75% della capienza), ha incontrato il primo ministro Boris Johnson per l’ultima volta a Londra, ma i media britannici hanno lasciato la questione Wembley completamente fuori dalle notizie principali. Hanno infatti preferito concentrarsi sulle decisioni anglo-tedesche circa viaggi e vacanze, visto che la cancelliera era stata definita “l’incubo” dai tabloid britannici per aver richiesto la quarantena ai turisti britannici in Europa. L’unica concessione fatta da Merkel è che le persone completamente vaccinate provenienti dalla Gran Bretagna potrebbero poter viaggiare in Germania senza obbligo di quarantena “nel prossimo futuro”, specificando però che le restrizioni di viaggio restano in costante evoluzione.

Tornando agli Europei, l’opinione pubblica britannica, dai giornali alle televisioni sembra snobbare gli allarmismi che arrivano dal continente sulla finale di Wembley. L’attenzione è puntata su Roma e sul match Inghilterra-Ucraina, e su come i tifosi britannici potranno assistere alla gara della propria squadra alla luce delle restrizioni anti-covid e della nota del nostro ambasciatore a Londra. La nostra sede diplomatica ha scoraggiato chiunque sia stato nel Regno Unito negli ultimi 14 giorni a recarsi a Roma (sulla lista gialla delle destinazioni sconsigliate) per la partita Inghilterra-Ucraina, “tanto (i tifosi) non saranno ammessi all’Olimpico anche se hanno un biglietto”.

E nei giorni scorsi i tabloid hanno attaccato “l’incubo” Merkel senza troppe remore: “Prima la Germania cerca di rovinare le vacanze dei britannici e adesso vogliono guastarci la finale di Euro 2020“, titola il Daily Mail, a cui fa eco l’Express: “La Germania è determinata a ROVINARE (tutto in maiuscolo) Euro 2020 con la richiesta di ridurre drasticamente il numero di tifosi”. A dare spazio all’allarme europeo per la finale a Wembley è anche il Financial Times che in modo più pacato riporta come Horst Seehofer abbia ‘sbottato’ contro la decisione ‘irresponsabile della Uefa di permettere al Regno Unito di ospitare Euro 2020 facendo prevalere interessi commerciali sulla necessità di proteggere le persone dall’infezione”. L’emittente nazionale Bbc nel programma di punta “Question Time” ha lasciato che il pubblico si sfogasse, e così qualche giornale ha titolato “Per loro regole diverse”, facendo riferimento alla decisione del governo Johnson di far entrare 2500 tra sponsor ed esponenti Uefa alla finale di Wembley. Ma per ora è avanti tutta a Londra, nonostante le migliaia di contagi e una campagna vaccinale più lenta a decollare soprattutto tra i giovani.

Nella partita Inghilterra-Scozia del 18 giugno scorso intanto ha vinto la variante Delta: 1.991 a 397, rispettivamente i casi Covid riscontrati e quelli dei fan in kilt contagiati sugli spalti di Wembley. I dati di Public Health England rivelano che 1.294 scozzesi positivi, anche se non allo stadio, erano a Londra in fanzone o altri luoghi di aggregazione per guardare la partita. Incluso a Trafalgar Square.

The Show Must Go On – Gli Europei simboleggiano la difficile gara che abbiamo giocato tutti nell’ultimo anno e mezzo, nell’impervio tentativo di bilanciare interessi economici e protezione dal contagio. Toccati nel vivo, per alcuni tifosi londinesi lo spostamento della finale di Euro2020 in un altro paese potrebbe suscitare reazioni violente. “Se verranno rispettate tutte le rigide precauzioni che sono predisposte dalla Uefa e dallo stadio di Wembley, non vedo perché non dovremmo andare avanti con la finale – dice Brian, con il suo biglietto per la semifinale in tasca -. C’è da aspettarsi una sommossa tra le strade di Londra se l’Inghilterra passerà in finale e la partita sarà altrove”. Sono in molti a temere i cosidetti ‘riots’ perché con il ‘gioco più bello’ sembra non si possa scherzare. Brian e Denise confessano di essere preoccupati per una terza ondata pandemica ma considerato il modo in cui sta avvenendo la riapertura in Inghilterra pensano che i contagi non saranno tutti colpa del ‘football’. “La partita e in generale gli eventi su larga scala sono un esperimento per tutti noi”, dicono.

Il governo Johnson, che per colpa della variante Delta è stato costretto a spostare di un mese il sollevamento definitivo delle restrizioni anti-Covid, è ora intenzionato a celebrare il “Freedom Day” il prossimo 19 luglio, data in cui il distanziamento sociale diventerà un ricordo e le mascherine, ovunque, potranno essere riposte nel cassetto. Anche per questo la finale di Wembley potrebbe essere pericolosa. Alcuni tifosi, come Toby, pensano che non debba saltare, ma la capienza dovrebbe essere ridotta per consentire distanziamento sociale fuori e dentro lo stadio: “Una partita non vale picchi di covid e un eventuale ritardo nella riapertura. In fondo possiamo tutti guardarla in tv”. Ma la questione è anche politica, dice Rob: “È troppo tardi per cancellare la finale di Wembley, il danno economico sarebbe gigantesco così come l’impatto politico molto negativo. Anche Roma va avanti e con poche partite rimaste da giocare i rischi sono minimi soprattutto perché in Gran Bretagna abbiamo un alto numero di doppie dosi di vaccini. In più i giovani contagiati hanno pochi sintomi e, con l’eccezione dei Vip, ci sono molte restrizioni all’ingresso di tifosi da altri paesi. I britannici ubriachi fuori, al pub, sono molto più pericolosi dei tifosi dentro lo stadio“.

Stesse regole per tutti? – Le coppie che hanno dovuto depennare invitati dalla lista del proprio matrimonio per rispettare le regole vigenti osservano le differenze rispetto al comportamento dei tifosi dopo Inghilterra-Germania. Ma secondo alcuni è più facile controllare grossi assembramenti in eventi ufficiali rispetto a funzioni private. Con il suo biglietto per l’edizione di Womad 2021 (festival musicale di tre giorni cofondato da Peter Gabriel, ndr) cancellato, Simon è deluso e teme che anche altri eventi sportivi all’aperto, come le Olimpiadi di Tokyo possano svolgersi senza spettatori o senza inni.

Ma, oltre a sport ed eventi, c’è altro che preoccupa chi vive nel Regno Unito. Ad essere lividi di rabbia sono molti italiani residenti a Londra, fiaccati dall’ammontare e dal costo delle procedure per poter rientrare a rivedere le famiglie quest’estate: “È indecente che il governo Johnson per una bieca motivazione economica legata a Euro 2020 faccia eccezioni sulla quarantena per Vip e funzionari Uefa che vogliono venire a Wembley e costringa invece noi cittadini, che siamo già quasi tutti completamente immunizzati, a isolarsi per dieci giorni e fare due tamponi se torniamo dall’Italia dove sono imposti solo 5 giorni di quarantena ai britannici”. E Teresa ribadisce: “Non è giusto che si sia tolleranti verso le partite di calcio mentre viaggiare per rivedere le proprie famiglie è reso complicatissimo. Le regole devono valere per tutti. Oltretutto, una spiaggia italiana è molto meno rischiosa di uno stadio gremito di tifosi, che poi affollano le metropolitane e i locali“.

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Euro 2020 si trasferisce a Londra, la capitale della variante Delta: ora le partite a Wembley con 60mila spettatori, per la gioia della coppia Ceferin-Johnson (e per le casse dell’Uefa)

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Europei, pochi inglesi a Roma alla vigilia di Inghilterra-Ucraina: “Non avevamo grandi attese”. E le varianti non preoccupano

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