“Chiedo a tutti, ancora, con tutto il cuore di aiutare me e la mia bimba a riportare a casa prestissimo Andrea, il suo adorato papà e il mio amato compagno di vita. Vi prego la massima condivisione! Grazie a tutti”. È il post del 29 giugno scorso su Facebook di Stefania Giudice, moglie di Andrea Giuseppe Costantino, 49 anni, trader milanese nel petrolio, da tre mesi e mezzo in prigione ad Abu Dhabi. L’uomo è stato arrestato il 21 marzo scorso. “È tutta una violazione. Quando lo hanno arrestato non è stato esibito un mandato che tuttora non abbiamo e che forse non è mai esistito. Le anomalie in questa vicenda sono tante e tali da far pensare che dietro non ci sia un fatto attribuito o attribuibile ad Andrea Giuseppe Costantino ma qualcosa di altra natura e caratura” dice l’avvocata Cinzia Fuggetti. L’uomo è stato portato via – secondo quanto riferito – dopo un’irruzione della National Security nella camera dell’hotel in cui soggiornava insieme alla famiglia negli Emirati Arabi. Camera messa sottosopra per via della perquisizione avvenuta prima che l’uomo venisse portato in prigione ad Abu Dhabi.

“Immediatamente ho allertato l’unità di crisi della Farnesina, il gabinetto del ministro e, tra gli altri, anche l’ambasciatore negli Emirati. Ma da allora non si sa quasi nulla e men che meno il motivo per cui è stato arrestato: non abbiamo un capo di incolpazione e Costantino non ha potuto nemmeno nominare un difensore” ha spiegato la legale. L’imprenditore, “unica concessione”, si sente in modo non regolare, e solo per “un paio minuti” per telefonata, con la compagna Stefania Giudice. Oltre alla perdita di peso “è molto stanco e sotto stress . Si arrovella per capire il perché di questa situazione e come fare per uscirne”. “A questo punto credo che sia solo la politica a poter sbloccare il caso. Ho scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Mario Draghi e ora mi appello a chiunque sia in grado di fornire notizie. Dal momento in cui si dovesse conoscere il capo di accusa e qualora risultasse legato all’attività commerciale del mio cliente, sono pronta a prendere il primo volo per consegnare di persona tutti i documenti necessari al collega degli Emirati Arabi” che, nonostante non abbia ancora un mandato formale, lo difende. “Al momento non abbiamo novità. Dal punto di vista processuale, e mi sto riferendo al codice degli Emirati, è tutta una violazione”.

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