Contestualmente, è stato anche sequestrato il mezzo pesante in questione. Verrà sottoposto a analisi e accertamenti. L'uomo ha dichiarato di non essersi accorto di nulla. I carabinieri stanno infatti cercando di accertare l’eventuale presenza di altre persone, avendo trovato sul posto più di due telefoni cellulari
È stato identificato e sentito dai carabinieri il bracciante che avrebbe investito, con un mezzo agricolo, le due donne che sono state trovate morte ieri in un campo di mais dopo che una di loro, venerdì mattina, aveva lanciato l’allarme dell’investimento spiegando che l’amica era già morta e lei rimasta ferita. Contestualmente, è stato anche sequestrato il mezzo pesante in questione. Verrà sottoposto a analisi e accertamenti. L’uomo, sentito per molte, ore ha spiegato di non essersi accorto di nulla. È stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. Il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, sottolinea però che “si tratta, semplicemente, di un atto dovuto” per consentire all’uomo di partecipare con un proprio consulente, se lo riterrà opportuno, a accertamenti irripetibili come le autopsie previste lunedì.
Da un primo esame visivo delle salme, secondo gli inquirenti, le ferite mortali sarebbero compatibili con un investimento da mezzo pesante. “Si indaga per cercare di arrivare a chiarire i contorni della vicenda e per identificare il responsabile, lavoreremo anche – ha detto il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro – per cercare di capire anche come mai queste due donne si trovassero lì”. Una delle due straniere era incensurata, l’altra aveva precedenti di polizia per rapina. La telefonata è stata fatta venerdì verso le 11.30. Poi il buio. I militari hanno immediatamente iniziato le ricerche che sono state molto difficili. Si è scoperto così dalle famiglie che le due cittadine nordafricane erano scomparse e che, però, non era ancora stata presentata un denuncia. La Procura di Lodi aveva subito temuto le loro vite. Sono state intensificati i controlli fino al ritrovamento dei corpi in serata.
L’autopsia sui cadaveri di Hanan Nekhla, 32anni e dell’amica Sara El Jaafari, 28 anni, si terrà all’Istituto di Medicina legale di Pavia. L’accertamento prevede anche esami tossicologici in quanto la donna più giovane, quella che ha dato l’allarme, si ipotizza abbia anche inalato la sostanza irrorata, cosa che potrebbe essere una delle concause della sua morte. Infatti, da quanto si è saputo, durante la telefonata, le sue parole pian piano sono diventate sempre più confuse fino a quando non ha più parlato. Inoltre, rispetto all’amica che, da una iniziale analisi, sarebbe morta sul colpo, la 28enne avrebbe sul corpo segni meno evidenti di schiacciamento. A fare chiarezza ci saranno comunque gli esiti dell’esame autoptico. Le indagini proseguono. I carabinieri stanno infatti cercando di accertare l’eventuale presenza di altre persone, avendo trovato sul posto più di due telefoni cellulari.