Cronaca

La campagna vaccinale decelera nell’ultima settimana. Taglio di dosi e vacanze: i motivi. E all’appello mancano 2,5 milioni di over 60

Da lunedì 21 giugno a sabato 26 le inoculazioni erano state 3.394.437, mentre negli ultimi 6 giorni sono state 3.231.953. Il timore è che con le ferie in arrivo il rallentamento possa consolidarsi, anche se si resta sopra la media di 500mila vaccinati al giorno. I prossimi giorni sono una cartina al tornasole: chi riceverà Pfizer e Moderna avrà il richiamo a ridosso del Ferragosto. E col taglio delle forniture le Regioni riorganizzano le prenotazioni per i giovani

Centocinquantamila iniezioni in meno della scorsa settimana tra lunedì e sabato, con i dati di ieri – 3 luglio – ancora non definitivi. Il primo risultato del taglio di dosi ormai alle porte è una frenata della campagna, oltretutto alla vigilia di 7 giorni in cui sono previste oltre 400mila secondi dosi di vaccini a mRna da inoculare. E il timore è che con le ferie in arrivo il rallentamento possa consolidarsi, anche se l’Italia resta sopra la media di mezzo milione di somministrazioni al giorno. Le dosi di vaccino ricevute ogni giorno restano sopra le 500mila – come promesso dal generale Francesco Paolo Figliuolo, mentre l’obiettivo di superare le 600mila e raggiungere anche le 700mila è ad oggi utopia – ma i dati dell’ultima settimana fanno registrare un calo rispetto a quella precedente.

Da lunedì 21 giugno a sabato 26 erano state 3.394.437, mentre negli ultimi 6 giorni sono state 3.231.953. È prevedibile quindi che non basterà la domenica per chiudere il gap con la settimana precedente. La flessione riguarda soprattutto le inoculazioni di Pfizer, mentre resta aperto il nodo dei circa 2,5 milioni di over 60 che ancora non hanno ricevuto alcuna dose. E se dalle colonne del Corriere della Sera la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ribadisce che è quella la fascia sulla quale concentrare gli sforzi, il governo e la struttura commissariale continuano a lanciare appelli ma non hanno ancora elaborato una strategia pratica per intercettare chi non ha prenotato o non ha potuto fare il vaccino.

La frenata è figlia di diversi fattori. Le Regioni lamentano un calo delle forniture, ma il commissario Figliuolo rassicura che per luglio si tratterà di un decremento contenuto, intorno al 5%. A pesare è anche lo stop di Astrazeneca e Johnson&aJohnson per gli under 60 e resta anche l’incognita circa la volontà di molte persone in attesa di ricevere la dose di rimandare in queste settimane l’appuntamento con la prima puntura per evitare che la seconda capiti ad agosto, in pieno periodo vacanziero. In questo senso, la prossima settimana rischia di essere la migliore cartina al tornasole: chi si vaccinerà nei prossimi giorni con Pfizer e Moderna riceverebbe il richiamo nei giorni a ridosso del Ferragosto.

Diverse Regioni, tra cui Emilia-Romagna e Puglia, lamentano la scarsità di dosi rispetto a quelle previste – specie per le fasce più giovani – e sono state costrette a rimettere mano alle prenotazioni. Continui i contatti con la struttura commissariale per ritarare la campagna mantenendo l’obiettivo, ribadito da Figliuolo, di completarla entro settembre. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, conferma che per l’8 agosto il 70% della popolazione regionale over 12 sarà immunizzato, nonostante la mancanza di circa 100mila dosi di Pfizer abbia determinato lo stop delle prenotazioni per gli over 17 ed il posticipo della campagna per i ragazzi tra i 12 e 16 anni.

Complessivamente le somministrazioni sono arrivate oggi a 53.203.327, rispetto alle 58.924.814 dosi distribuite (il 90,3%). Gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale con le due dosi sono 19.826.856, pari a circa un terzo della popolazione. A preoccupare è però la fascia degli ultrasessantenni che, ancora in numero consistente non ha aderito alla campagna. I numeri, comunque, vengono considerati buoni dal ministero della Salute Roberto Speranza che sottolinea come la campagna ha “avuto una conseguenza molto forte”, ovvero abbia quasi svuotato i reparti Covid: “Basti pensare che avevamo quasi 30mila persone in ospedale, ora ne abbiamo meno di 1.500, eravamo arrivati a quasi 3.800 persone in terapia intensiva ora siamo intorno alle 200. È una situazione notevolmente cambiata in positivo”.