A lanciare l'allarme le stesse donne, due trentenni piemontesi, che nel pomeriggio di ieri hanno realizzato di essere rimaste bloccate e in difficoltà. Immediati i soccorsi che però, a causa della bufera, sono riusciti a raggiungere gli alpinisti solo attorno alle 21
Due alpiniste italiane sono morte assiderate sul Monte Rosa. Le due ragazze, trentenni, piemontesi, erano rimaste bloccate ieri a causa del maltempo che le aveva sorprese a 4000 metri di quota, vicino alla vetta della Piramide Vincent. Sopravvissuto un terzo uomo che era con loro: ipotermico e con gravi congelamenti alle mani, è stato portato in ospedale in Svizzera. I tre provengono da Omegna e Domodossola.
Sono state le stesse alpiniste a chiamare i soccorsi quando hanno realizzato di essere rimaste bloccate e in difficoltà. Immediato l’intervento del Soccorso Alpino Valdostano: dopo un primo tentativo con l’elicottero, che ha sorvolato l’area individuando gli alpinisti ma senza riuscire a recuperarli a causa della bufera, le squadre sono partite subito a piedi e salite dal rifugio Mantova. I tre sono stati raggiunti verso le 21: una scalatrice è morta pochi minuti dopo l’arrivo dei soccorritori mentre l’altra è stata trasportata al rifugio Mantova dove il medico ha tentato invano di rianimarla. Il loro compagno di cordata è invece stato trasportato in Svizzera dall’elicottero di Air Zermatt.
Alle operazioni di recupero, operate in condizioni estreme a causa della bufera e del vento forte, hanno partecipato anche i soccorritori di Alagna e del Sagf di Cervinia. A supporto delle operazioni anche i carabinieri di Gressoney e le società di impianti a fune Monterosa Sky e Monterosa 2000, che hanno aperto per consentire l’avvicinamento dei soccorritori fino a Indren.
“In cinque minuti il meteo è cambiato e la bufera ci ha bloccati in quota” ha raccontato Valerio Zolla in una intervista al sito del quotidiano La Stampa, l’incidente di montagna in cui due donne sono morte assiderate sul Monte Rossa. “Ricordo il freddo, tanto freddo, mi sono tolto i guanti per darli a una delle due ragazze. Ho fatto il possibile per aiutare i soccorritori…”.