Siamo in Giappone: "Lo scorso martedì 13 confezioni di ciliegie Aomori Heartbeat e 26 della categoria Juno Heart sono state assegnate dai battitori senza alcuna difficoltà durante le aste iniziate alle 7 del mattino (…) Le autorità locali intendono avviare una campagna per l'esportazione delle ciliegie già dall'anno fiscale in corso..."
Un grappolo di ciliegie che vale quanto un tartufo bianco. Si tratta di una confezione da 15 ciliegie “Aomori Heartbeat” che sono state vendute all’asta in Giappone, nella prefettura di Aomori, per 450mila yen, ovvero attorno ai 3400 euro. Come riporta l’Ansa: “Lo scorso martedì 13 confezioni di ciliegie Aomori Heartbeat e 26 della categoria Juno Heart sono state assegnate dai battitori senza alcuna difficoltà durante le aste iniziate alle 7 del mattino (…) Le autorità locali intendono avviare una campagna per l’esportazione delle ciliegie già dall’anno fiscale in corso, per poterle commercializzare nei ristoranti di alto livello in Giappone, e nei negozi di Hong Kong per la clientela più pregiata”. Tutto vero. Nessuna fake. In Giappone la frutta, in generale, si paga sempre a caro prezzo. Recenti cronache di viaggio online, ad esempio, segnalano un melone a 40 euro, e non perché acquistato del fruttivendolo del mercato vip, ma perché gli spazi dedicati alle colture di frutta sono minori rispetto a quelli europei e soprattutto perché viene dedicata una particolare cura nella coltivazione e maturazione. Altro dettaglio interessante per comprendere l’esclusività della frutta in Giappone riguarda il fatto che non viene venduta al chilo ma a pezzo. Una mela, una pera (in Giappone ne coltivano di tonde tonde come disegnate con un compasso), un fico, un grappolo d’uva e appunto una ciliegia. Nel carissimo grappolo infatti ce ne sono 15 e se la matematica non ci inganna siamo circa a 230 euro a ciliegia.