La Germania legalizza i casinò online su tutto il territorio, cedendo così al fatto che i divieti erano aggirati nella maggioranza dei Länder. Oltre 730 aziende offrono la possibilità di scommettere con slot machines via internet. Le più grandi non sono neppure in Germania: hanno sede a Malta, dove le imposte sono ridotte nell’ordine del 5 per cento all’anno e si garantisce comunque l’ingresso sul mercato europeo. L’Unione europea contava circa 500 aziende di gioco d’azzardo con sede nell’isola nel 2009; con le licenze si stima che Malta guadagni anche entrate erariali fino a circa il 12% del suo prodotto interno lordo.

Un giro d’affari, quello dei casinò on line, stimato intorno ai 40 miliardi di euro l’anno a livello mondiale e di quasi un miliardo nella sola Germania, che è considerata il mercato maggiore in Europa dopo il Regno Unito. Una piazza alimentata anche da un piccolo esercito di influencer che attraverso video su you tube e twitch, in cui offrono anche dei bonus di benvenuto, invogliano la loro community al gioco. Un nome noto per tutti in Germania è Jens Knosalla, o anche TheRealKnossi, che ha più di un milione di follower iscritti al proprio canale YouTube. Il trucco è che se anche nei video perdono, gli streamer guadagnano commissioni percentuali fino al 50 per cento per i nuovi clienti che procurano alle piattaforme di gioco. Così si creano sempre più scommettitori.

Con la concessione di licenze nazionali la Germania impone tuttavia anche regole di maggior controllo per tutelare gli utenti. La legge prevede limiti alla pubblicità del gioco online e soprattutto che per accedere ai siti sia obbligatorio creare un profilo anagrafico. L’identificazione unica nazionale dovrebbe essere idonea ad impedire l’accesso al gioco ai minori ed a soggetti già registrati come giocatori patologici. Sarà poi possibile caricare sul conto e scommettere solo un tetto di 1000 euro al mese.

Molti vedono però nelle nuove regole un’abdicazione dello Stato ad una piaga che produce danni per tutta la società. In Germania si contano già 430mila persone colpite dal vizio delle roulette on line e si paventa che il loro numero ora si moltiplicherà. La strada intrapresa dal legislatore tedesco è peraltro simile a quella già seguita in Italia. Da quando nel 2012 la gestione delle scommesse legali è in capo all’Agenzia delle Dogane i siti italiani del settore debbono avere la licenza ADM e l’utente vi si deve identificare con documento di identità, anche se può creare più account in casinò diversi. Tutti i flussi di denaro devono essere tracciabili. L’Italia, inoltre, per prima in Europa, ha introdotto il registro unico dei giocatori online auto esclusi, che permette ai ludopatici di escludersi su tutti i siti di offerta di gioco autorizzati. Anche se il decreto Dignità ha vietato la pubblicità del gioco d’azzardo, il gioco in rete anche in Italia aumenta costantemente. Secondo l’agenzia Adnkronos tra il gennaio 2019 ed il gennaio 2020 aveva registrato un aumento del 29 per cento.

Se la pandemia, infatti, ha contribuito in tutta Europa a far restare molti lontani dalle agenzie di scommesse, non ha frenato l’i-Gaming. Quest’ultimo rispondendo ai criteri di disponibilità e di accessibilità può però portare più facilmente un utente a diventare giocatore abituale. Manca ancora una normativa comunitaria unica. Il 23 marzo 2011 la Commissione Europea ha pubblicato un Libro Verde sul gioco d’azzardo on line nel mercato interno in cui, in base a dati relativi a sette Stati Europei, minimizza l’impatto dei casinò online stimando empiricamente il tasso di dipendenza probabile dal gioco d’azzardo come variabile tra lo 0,3% e il 3,1% dell’intera popolazione. Gli Stati membri d’altronde hanno bisogno di fonti di guadagno, tanto più per recuperare gli effetti del Covid, e ciò anche se i rischi del gioco patologico sono noti e tutti offrono parallelamente centri di aiuto contro la ludopatia. Per restare in Germania esiste un numero gratuito nazionale ed un sito, “Check dein spiel”, dove si può chiedere aiuto anche in via anonima.

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