Un gruppo unito, una famiglia che fa di questa unione la sua forza, il suo segreto per cercare di arrivare fino in fondo a questi Europei. Così Roberto Mancini descrive, nella conferenza stampa alla vigilia del match con la Spagna, la spedizione azzurra che tra 24 ore sfiderà la Roja nella prima semifinale sul prato verde di Wembley, in Inghilterra. Un rapporto tra i ragazzi che sembra la proiezione di quello che da anni lega già il ct con il capo delegazione Gianluca Vialli e il resto dello staff tecnico: “Con Vialli ci conosciamo da molto tempo, abbiamo vissuto tanti anni insieme e va aldilà dell’amicizia. È come avere un fratello, ma capita con tutti quelli che hanno giocato in quella Samp. È stato un rapporto ottimo con tutto il gruppo”. Ma invita tutti a non abbassare la guardia ad appena un passo dalla finale: “Sarà una partita difficile come con il Belgio, anche se le due squadre hanno un tipo di gioco differente. Dovremo prepararci a una partita difficile. La Spagna è sempre una squadra straordinaria, con giocatori bravissimi e un allenatore molto bravo”.
Mancini: “Noi favoriti? Speriamo, ma affrontiamo una squadra fortissima”
Mancini non fa lo scaramantico quando gli viene detto che l’Italia parte favorita, anche solo per il gioco espresso durante il torneo, pur consapevole che non esistono sfide semplici quando si arriva in una semifinale dell’Europeo: “Italia favorita contro la Spagna? Speriamo che per una volta ci azzecchiate. Noi sappiamo che non sarà così semplice e che dovremo fare una grande partita contro una grande squadra. Siamo nella semifinale di un Europeo e non ci sono partite semplici”. E prevede “una bella partita, Spagna e Italia sono piene di giocatori di talento”.
Quella di domani sarà anche una sfida tra due allenatori che nella loro carriera hanno saputo costruirsi una propria filosofia di gioco ben riconoscibile a livello internazionale. “Luis Enrique è un tecnico bravissimo, ha vinto Coppe dei Campioni col Barcellona ma non solo – ha continuato il ct Azzurro – Anche a Roma ha fatto un bel gioco, se un tecnico riesce a far giocare le sue squadre bene, al netto della vittoria, è importante e dimostra le sue capacità”.
Il Mancio non nasconde poi che, arrivati a questo punto, la tensione stia raggiungendo livelli che possono fare la differenza. Saper gestire le pressioni derivanti da una semifinale di questo livello possono fare la differenza tra la qualificazione e l’esclusione dalla finale: “C’è tensione quando si arriva vicino alla partita, ma credo sia il bello di queste partite. Dobbiamo prepararci per fare meno errori possibili”, ha detto. E passando ai singoli si è messo a protezione del suo centravanti, quel Ciro Immobile che nelle ultime ore ha dovuto fare i conti con le critiche per prestazioni giudicate sottotono: “Immobile è ancora la Scarpa d’oro, in un Europeo o un Mondiale capita sempre che il più criticato risolva la partita e il torneo”. E su Chiellini: “Se reggerà tre gare di fila? Speriamo di sì, se non dovesse farcela ci saranno Acerbi e Bastoni in grande forma”.
Bonucci: “Dobbiamo avere rispetto della Spagna”
Pensieri, quelli del tecnico, condivisi anche da Leonardo Bonucci, in sala stampa insieme a Mancini. “La Spagna oltre alla storia ha dimostrato in questo Europeo di essere in continua crescita. Serve rispetto. Entrambe le squadre hanno un preciso modo di interpretare le partite. Dovremo fare attenzione ai loro movimenti senza palla. Sarà una gara molto aperta in cui entrambe le squadre vorranno mettere in campo la loro idea di gioco. Dovremo stare attenti alla loro riconquista della palla e alle ripartenze di Morata e degli altri”. Il difensore bianconero si sofferma anche a commentare le minacce ricevute proprio dal compagno di squadra alla Juve: “Morata è un amico, spesso siamo insieme. Mi ha colpito quello che ha subito, anche io ci sono passato. So cosa vuol dire leggere certe cose, gli sono sempre stato vicino”.
Da un compagno di club a un compagno di nazionale, Bonucci vuole inviare anche il suo pensiero a uno dei grandi assenti della prossima gara, quel Leonardo Spinazzola fino ad oggi fondamentale sulla fascia sinistra Azzurra e fermato dalla rottura del tendine d’achille nell’ultima gara contro il Belgio: “Abbiamo un motivo in più per vincere che è dedicare la finale a Spinazzola. Perderlo è stato un colpo duro ma lui ci ha dato forza anche stamattina dopo l’intervento. Noi lo dobbiamo anche a lui”.
E non accetta previsioni su quale sia la nazionale favorita in questo testa a testa: “In una semifinale Italia-Spagna non ci sono favoriti, quello che abbiamo fatto fino ad ora va archiviato e dobbiamo solo essere motivati a giocare una semifinale e la finale tra pochi giorni. Abbiamo intrapreso questo progetto di dominare le partite, ma la nostra cultura è anche riuscire a venire fuori dalle difficoltà. Domani dovremo fare una grossa fase difensiva, ce la godiamo e vogliamo dare tutti noi stessi per rendere orgogliosi gli italiani”.