Il cugino arrestato di Saman, Ikram, interrogato per nove ore di fila sabato 3 luglio, si è dichiarato estraneo alla vicenda e non ha fornito alcuna indicazione utile al ritrovamento: i carabinieri dei Ris hanno analizzato i residui al di sotto delle sue unghie per cercare tracce compatibili col Dna
La procura di Reggio Emilia ha inoltrato una rogatoria all’autorità giudiziaria del Pakistan chiedendo di eseguire il mandato di cattura internazionale nei confronti di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa due mesi fa da Novellara, nella bassa reggiana, e che si presume essere stata uccisa per aver rifiutato di sposare un cugino in patria. I genitori erano fuggiti in Pakistan il primo maggio, all’indomani della sparizione: sono accusati di omicidio premeditato, sequestro di persona e occultamento di cadavere, in concorso con lo zio e un cugino di Saman, Danish Hasnain e Nomanhulaq Nomanhulaq (latitanti e ricercati in tutta Europa) e un altro cugino, il 28enne Ikram Ijaz, l’unico ad essere stato arrestato mentre si stava dirigendo in Spagna a bordo di un pullman, che al momento si trova in carcere. I carabinieri dei Ris, riporta la Gazzetta di Reggio, hanno analizzato i residui al di sotto delle sue unghie per cercare tracce compatibili col Dna di Saman, recuperato dai vestiti della ragazza sequestrati nella sua abitazione dopo la scomparsa.
Nel frattempo un gruppo di archeologi di Milano si è offerto di collaborare alle ricerche del corpo, proposta accolta dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia – guidati dal colonnello Cristiano Desideri – che indagano sotto il coordinamento della pm Laura Galli. I militari si stanno avvalendo anche dell’aiuto di una squadra specializzata di cani addestrati dalla polizia tedesca, che furono già utilizzati nella ricerca dei corpi dei coniugi Neumair, uccisi il 4 gennaio scorso a Bolzano dal figlio Benno e trovati nel fiume Adige il successivo 27 aprile. Il cugino arrestato di Saman, Ikram, interrogato per nove ore di fila sabato 3 luglio, si è dichiarato estraneo alla vicenda e non ha fornito alcuna indicazione utile al ritrovamento. Ma a non convincere gli inquirenti sono le spiegazioni a proposito del video che lo ha immortalato, la sera del 29 aprile, camminare portando con sè attrezzi da scavo insieme all’altro cugino indagato: nell’ipotesi investigativa quelle pale servivano a scavare la fossa dov’è stata seppellita Saman.