Lo scopo dichiarato del direttore editoriale di Libero, che nei giorni scorsi aveva smentito una sua possibile candidatura a sindaco, è quello di "restituire a Milano un'immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il Covid. Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo"
Vittorio Feltri ha pochi punti fermi ma chiari sul suo possibile futuro come consigliere comunale a Milano, dopo l’annuncio di ieri della sua corsa alle prossime elezioni tra le fila di Fratelli d’Italia. Dopo aver spiegato i motivi della scelta, dovuta in particolar modo alla figura di Giorgia Meloni, il direttore editoriale di Libero ha spiegato di avere “soltanto un paio di obiettivi molto forti. Quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un’immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il Covid. Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo”.
Il candidato di FdI ha poi puntualizzato che il capoluogo lombardo “è una città che funziona, si tratta di farla funzionare meglio. Mi auguro di poter dare il mio contributo, se non riuscirò pazienza. Deve essere una città accogliente, lo è sempre stata e continuerà ad esserlo ancora di più. Naturalmente, offrendo a chi viene a Milano delle opportunità più allettanti. Questo si può fare”.
Ieri, nel corso della presentazione del nuovo libro scritto proprio con la leader di FdI, era arrivato l’annuncio della sua candidatura come capolista alle prossime Comunali. “Sono estremamente fiera di annunciare non solo che il direttore Vittorio Feltri ha deciso di iscriversi a Fratelli d’Italia, ma che l’abbiamo anche convinto con facilità a guidare la nostra lista per le amministrative”, aveva annunciato Meloni nel corso dell’evento. Il nome di Feltri – in rotta con il proprio giornale dopo l’avvento di Alessandro Sallusti sulla poltrona di direttore responsabile – era stato fatto nei giorni scorsi anche a proposito di una possibile candidatura a sindaco, ma lui aveva rifiutato l’investitura: “Non saprei amministrare un condominio, figuriamoci Milano. Non mi candido a sindaco perché non ho nessuna voglia di farlo, perché mi romperei i coglioni a fare quel mestiere lì che non so fare. Il consigliere si gratta le palle, fin lì ci riesco”.