L’attesa è per lo spettacolo dedicato a Carla Fracci, ballerina suprema che il teatro alla Scala vuole omaggiare dopo l’estate. Perché la platea dovrà essere piena. Il ricordo di lei, che si insinua fra le quinte e sui palcoscenici di questa nuova stagione, dà un senso profondo alla riapertura della danza italiana. Sarà una coincidenza, ma la stagione si è aperta proprio con la montagna di scarpette da ballo de “L’heure exquise” che Maurice Béjart immaginò per l’étoile milanese nel 1998. Tratto da “Giorni felici” di Samuel Beckett, con la straordinaria Alessandra Ferri giunta a quarant’anni di carriera, dopo il recente debutto a Ravenna tornerà a settembre, 13 e 14, al Festival Torinodanza.
A illuminare il classico però sono soprattutto le piazze all’aperto. Il Circo Massimo (13-14-15 luglio) e l’Arena di Verona (3 agosto) sono pronti a ospitare il gala “Roberto Bolle & Friends” con i talenti riuniti dal grande ballerino vip. Mentre al teatro Antico di Taormina Alessio Carbone, stella parigina, porterà il gala “La gioia di ballare-Les Italiens de l’Opera de Paris” (4 agosto).
Altro luogo estivo da fiaba è il parco di Nervi a Genova, illuminato dalla presenza dell’étoile Svetlana Zakharova, che in “Pas de deux for toes and fingers” (8 luglio) danzerà nel toccante passo a due da “Caravaggio” di Mauro Bigonzetti. Con lei Jacopo Tissi, il giovane ballerino italiano che tutto il mondo ci invidia, solista principale al Bolshoi di Mosca di cui si attende la nomina a primo ballerino. E poi il ritorno di Vladimir Derevianko in “Stravinsky’s love” (20 luglio) con Beatrice Rana al piano. Un’occasione per ammirare anche il giovane Jacopo Bellussi, talento genovese dell’Hamburg Ballet.
E che dire di Timofej Andrijashenko? Il primo ballerino scaligero, forte dei consigli ricevuti da Carla Fracci pochi mesi fa al Piermarini, sarà il protagonista di “Giselle” al teatro di Verdura di Palermo (29-30 luglio). La contadinella che muore per la delusione d’amore e diventa spirito sarà Alina Cojocaru, meravigliosa étoile che il pubblico italiano ha amato moltissimo al fianco del ballerino-attore Sergei Polunin in “Romeo & Giulietta” di Johan Kobborg.
Altro titolo di repertorio, ma di respiro contemporaneo, sarà il 9-10-11 luglio al Festival dei Due Mondi di Spoleto “Le Lac des cygnes” di Angelin Preljiocaj con l’omonima compagnia. Il coreografo franco albanese di “Le parc”, il brano che ha incantato il pubblico al Concerto di Parigi nel 2020 sotto la Tour Eiffel, torna al balletto narrativo e al capolavoro di Ciajkovsky. La sua versione del mito del danzatore-cigno esplora la profondità di un lago che deve ancora svelare i suoi segreti.
Anche la Scala riabbraccia il suo pubblico più curioso in “Serata contemporanea” il 7 e 8 luglio. In scena, oltre al ritorno di uno dei pezzi storici di William Forsythe, “The vertiginous thrill of exactitude”, cinque nuovi autori su cui scommettere e il coreografo Philippe Kratz, su cui sono puntati i riflettori della scena internazionale. Kratz firma anche, il 10 luglio per la rassegna internazionale Indanza21 al teatro Sociale di Trento trasformato in arena in piazza, l’attesissima produzione di Aterballetto “Storie”, insieme a Diego Tortelli. Frammenti danzati dell’universo artistico e umano di due trentenni di oggi.
Ma la rivelazione dell’estate è fuori dal palcoscenico, sul confine fra arte visiva e danza. “Not once”, installazione d’arte con film, al debutto in prima europea alla Biennale di Venezia dal 23 luglio al 1 agosto, riunisce due artisti totali come Mikhail Baryshnikov e Jan Fabre. Un lavoro che ha richiesto quattro anni di preparazione per svelare, attraverso undici stanze, il rapporto fra il soggetto e una fotografa che ne ha manipolato il corpo e lo ha rielaborato in diverse entità. L’opera multimediale, concepita per il cinema, esplora la relazione fra l’artista, il suo lavoro, la vita, il pubblico. Non stupisce che il grande ballerino di Riga, americano d’adozione – di cui si attende la presenza per l’inaugurazione – abbia scelto di condividere la sua vocazione per i linguaggi contemporanei con Jan Fabre, da sempre attento al superamento delle barriere espressive.
Fra le chicche del contemporaneo, il 16 luglio, l’inaugurazione di BolzanoDanza con la Gauthier Dance di Stoccarda in “Swan Lakes”. Quattro riletture del “Lago dei Cigni” in assoluta libertà espressiva a firma dell’israeliano Hofesh Shechter, della canadese Marie Chouinard, dello spagnolo Cayetano Soto e del tedesco Marco Goecke. Fra gli emergenti italiani della danza d’autore, il 19 luglio al Florence Dance Festival con il Balletto Teatro di Torino, Manfredi Perego porta in scena “Anemoi-secondo studio”, un disegno di corpi quasi filosofico, dedicato al vento, a ciò che affidiamo a questo elemento, parole, sogno, memoria.
A fine estate, il 21 settembre, Luciana Savignano, magnetica interprete ed étoile diventata musa di Béjart, sarà ai Bagni Misteriosi di Milano l’eletta del “Sacre” di Susanna Beltrami. Attorno a lei, già icona femminile nel “Bolero” béjartiano, il gruppo danzerà una partitura gestuale e sonora, quella originale di Stravinsky, in un moto circolare che diventa abbraccio della natura. Al centro di questo rito di giovinezza l’acqua. Il segno della rinascita.
Credit foto: Lago dei Cigni – Jean de Carbonne