Cinema

Festival di Cannes 2021, tra tamponi e vaccini sulla Croisette arriva il cinema elettrico e ironico di Leos Carax

Il direttore artistico Thierry Frémaux voleva “spaccare” con un film esplosivo, dai colori accesi, con due superstar Adam Driver e Marion Cotillard che si dilettano in canzoni, ritornelli, strofe, recitativi da 10 e lode, dalle invenzioni visionarie che, seppur attese da parte dell’artista francese, non smettono di stupire

di Anna Maria Pasetti

Dopo vaccini e tamponi a manetta, fatevi una meritata risata, arriva il cinema elettrico e ironico di Leos Carax. Che per aprire l’edizione più “QR Code” del Festival di Cannes, ha portato un kolossal formato opera rock, nonché il suo primo film in lingua inglese. Annette, musicato dagli Sparks, aspira a tutto quanto lo stage-cinema contemporaneo può esprimere senza invocare il 3D o la VR, fra il recupero della tradizione del melodramma e il superamento della forma classica, dove attori/autori e spettatori si guardano e identificano, dove verità e finzione si abbracciano, fisicità e digitale scherzano fra loro, dove tutto diviene possibile sotto l’egida di una fantasmagorica performing art a tutto tondo, vista (e riprodotta) dal davanti e dal dietro le quinte.

Il film non è stato scelto per caso, naturalmente. Il direttore artistico Thierry Frémaux, voleva “spaccare” con un film esplosivo, dai colori accesi (onnipresente il famoso “verde” di Carax autentica cromazia del suo cine-pantone), dalle superstar (Adam Driver e Marion Cotillard, vera ugola d’oro) che si dilettano in canzoni, ritornelli, strofe, recitativi da 10 e lode, dalle invenzioni visionarie che, seppur attese da parte dell’artista francese, non smettono di stupire. La “verosimiglianza” di Hollywood e la “verità” del Cinéma d’Auteur si inseguono e palleggiano fra loro in quest’opera dalle mille porte d’entrata e d’uscita, capace di ricordare il valore del lavoro collettivo tanto nel mirabile incipit quanto nel “democratico” epilogo.

La vicenda ripropone le antiche suggestioni dell’eterno melò, laddove lo struggimento si sublima in passioni e conflitti estremi, con il Bene e il Male, l’Amore e la Morte a fondersi nei delitti e castighi di dostoevskiana matrice. Ma sbriciolare la fiaba rosa/nera di Henry/Adam Driver e della sua amata Ann/Marion Cotillard in poche parole implicherebbe farla crollare dal mito, meglio è gustarlo questo trionfo audio-visivo meravigliosamente imperfetto (che farà storcere il naso a parecchio pubblico non amante del musical..) che ambisce a fare di ciascuno dei suoi 140’ una rivelazione immaginifica. L’Italia lo porterà prossimamente nelle sale grazie a I Wonder Pictures con Koch Media e Wise Pictures.

E così, con questo gesto di cinema-mondo, è iniziata la 74ma volta di Cannes: un’edizione eccezionalmente fuori stagione (la Croisette travolta da vacanzieri…), talmente ossessionata dalla propria ipertrofia da controllo da generare paradossi accanto alla miriade di QR Code (le misure di sicurezza anti-Covid evidenziano non poche contraddizioni…), esondante di film (ogni giorno ne sono aggiunti di nuovi in programma…) eppure incapace di perdere la sua irresistibile seduzione.

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