Papa Francesco ha riposato bene durante la notte. Questa mattina ha fatto colazione, ha letto alcuni quotidiani e si è alzato per camminare. Il decorso post-operatorio è regolare. Gli esami di controllo di routine sono buoni”. È quanto ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel bollettino medico quotidiano. Due giorni dopo l’intervento chirurgico per la stenosi diverticolare del sigma, che ha comportato una emicolectomia sinistra, ciò che filtra è di un’operazione più delicata di quella inizialmente prevista. Il cambio di programma avvenuto in corsa prevede un decorso post-operatorio più lungo e da monitorare con maggiore costanza, considerata anche l’età del paziente che ha 84 anni. Bergoglio ha voluto stemperare la tensione con alcune delle sue tipiche battute rivolte ai dottori, tra cui il professor Sergio Alfieri che lo ha operato e il professore Roberto Bernabei suo medico personale, e agli infermieri che lo assistono, in primis Massimiliano Strappetti che lavora al Fondo Assistenza Sanitaria, l’ambulatorio del Vaticano.

In questi giorni in Segreteria di Stato sono arrivate centinaia di lettere di vicinanza al Papa da parte di capi di Stato e di governo, ambasciatori, cardinali, vescovi, sacerdoti, ma anche semplici fedeli. Solidarietà, inoltre, da grandi personalità religiose come il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, e il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, la massima autorità dell’islam sunnita. Il segretario di Bergoglio, padre Gonzalo Aemilius, ha ricevuto numerosi messaggi di affetto per il Pontefice e l’assicurazione della preghiera per la sua salute. Preghiera che è stata garantita in particolare dal Papa emerito Benedetto XVI, dalla Curia romana con i principali collaboratori di Francesco e dalla sua diocesi di Roma con il cardinale vicario, Angelo De Donatis.

Nel tempo della degenza in quello che San Giovanni Paolo II ribattezzò il “Vaticano III” a motivo dei suoi lunghi e frequenti ricoveri, Bergoglio non ha delegato alcun potere al cardinale camerlengo, Kevin Joseph Farrell. Il porporato che, quando la sede di Roma è impedita o vacante, ha in mano l’amministrazione ordinaria del Vaticano. Dal Gemelli, dove rimarrà almeno fino a domenica 11 luglio, il Papa continua regolarmente a governare la Chiesa. Un segno eloquente sono le rinunce e le nomine da lui fatte in questi primi giorni di ricovero. È probabile anche che durante la degenza Bergoglio possa ricevere alcuni dei suoi più stretti collaboratori per discutere di questioni urgenti di lavoro.

Al momento non è stato ancora deciso se, riprendendo una tradizione voluta da Wojtyla, domenica 11 luglio Francesco si affaccerà a mezzogiorno dalla finestra dell’appartamento riservato ai Pontefici, al decimo piano del Policlinico, per la recita dell’Angelus. Finestra della sala riunioni dove i medici si ritrovano per i quotidiani consulti e stabiliscono le terapie da somministrare all’illustre paziente. Fu per questo motivo che Wojtyla la ribattezzò “la sala del conclave”. Esattamente di fronte, ma con affaccio all’interno del Gemelli e non sul piazzale principale dove c’è una grande statua di San Giovanni Paolo II, si trova la camera da letto del Papa. Wojtyla vi si fece fotografare il giorno dopo l’attentato subito in piazza San Pietro, il 13 maggio 1981, per mano di Alì Agca. Immediatamente prima della stanza del Pontefice c’è la cappella dove il Papa polacco sostava a lungo in preghiera, celebrava o come negli ultimi ricoveri concelebrava la messa lasciandosi riprendere senza nascondere la sua malattia e le sue condizioni fisiche. Uno stile decisamente diverso da quello di Bergoglio.

Twitter: @FrancescoGrana

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