Le grandi città, in particolare New York e Chicago, sono state attraversate da un'ondata di violenza lo scorso fine settimana. A oggi, il 39% delle famiglie Usa possiede un'arma. E un quinto degli americani che ha comprato una pistola negli ultimi 12 mesi lo ha fatto per la prima volta
Settantadue ore di sangue, un fine settimana dove le armi da fuoco hanno ucciso almeno 150 persone negli Stati Uniti. Sono allarmanti i dati del Gun Violence Archive relativi al weekend del 4 luglio, giorno dell’Independence Day. Da venerdì a domenica infatti gli Usa sono stati attraversati da un’ondata di violenza: solo a New York ci sono state 26 vittime tra morti e feriti in 21 sparatorie, ma la situazione più grave è a Chicago, che ha registrato 14 morti e 83 feriti.
Negli ultimi due anni, complice la pandemia da Covid-19, gli americani si sono armati sempre di più e in tante città americane si è verificata un’escalation dei crimini violenti. Secondo quanto riporta il New York Times, nonostante il susseguirsi di sparatorie, ormai il 39% delle famiglie ha almeno un’arma in casa. A preoccupare gli esperti è il crescente numero di chi ha acquistato armi per la prima volta nell’ultimo anno. Un quinto degli americani che ha comprato una pistola negli ultimi 12 mesi lo ha fatto per la prima volta. E anche l’identikit degli acquirenti sta cambiando: se per anni si è trattato di uomini bianchi, ora la metà dei nuovi acquirenti è risultata donna, un quinto afroamericana e un quinto ispanica. Nel 2020 gli omicidi sono aumentati del 30%, gli assalti con le armi nelle grandi città dell’8%, il numero degli omicidi nel primo trimestre di quest’anno è cresciuto del 24% rispetto a quello dello scorso anno e del 49% se confrontato con quello del 2019.
“Quella delle armi è un’epidemia“, ha sentenziato nei giorni scorsi il presidente Joe Biden, chiedendo al Congresso di intervenire e aggiungendo che “ci sono ancora troppe pistole che finiscono nelle mani sbagliate“. Intanto la Casa Bianca, per contrastare il traffico delle armi da fuoco, ha messo a punto cinque unità su New York, Chicago, Los Angeles, San Francisco e Washington. Composte da procuratori federali, poliziotti specializzati e autorità locali, “indagheranno e smantelleranno le reti che fanno entrare le armi nelle nostre comunità con conseguenze tragiche“, ha spiegato il ministro della Giustizia Merrick Garland.
Oltre a questo l’amministrazione Biden ha promesso tolleranza zero per i trafficanti di armi, supporto di mezzi e risorse federali alla polizia locale, aumento di servizi e opportunità occupazionali estive per i giovani, oltre al reinserimento sociale degli ex detenuti. Ma mentre Biden chiede al Congresso di intervenire, gli Stati continuano a decidere da sé. In Texas, ad esempio, il governatore Greg Abbott ha firmato il provvedimento che consente di detenere un’arma senza licenza, controlli e addestramento. A partire dal primo settembre chiunque abbia più di 21 anni nello stato potrà circolare con un’arma a meno che non sia un pregiudicato o sia soggetto a particolari restrizioni legali.