Non si fermano le polemiche attorno al rigore assegnato all’Inghilterra alla fine del primo tempo supplementare della semifinale con la Danimarca: a far discutere non è solo il “tuffo” di Sterling – che accentua la caduta dopo essere sgusciato tra le gambe di Maehle e Jensen – ma anche la presenza di un secondo pallone in campo subito prima dell’episodio, a pochi metri (e a un certo punto addirittura a pochi centimetri) da quello in gioco. Una circostanza che secondo molti avrebbe dovuto portare a fermare l’azione.

Il regolamento prevede infatti che “se un secondo pallone, un altro oggetto o un animale entrano sul terreno di gioco durante la gara l’arbitro deve: interrompere il gioco (e riprenderlo con una propria rimessa) (…) se l’elemento esterno interferisce con il gioco”, mentre dovrà “lasciare proseguire il gioco se l’elemento esterno non interferisce con il gioco e farlo rimuovere il prima possibile”. In questo caso il secondo pallone era molto vicino all’azione e poteva rappresentare un elemento di disturbo sia per Sterling sia per Maehle che lo stava inseguendo, anche se di fatto la giocata prosegue fluida.

Della circostanza ha parlato in conferenza stampa il ct danese Kasper Hjulmand, amareggiato per la sconfitta: “Siamo molto dispiaciuti, è difficile descrivere a parole come mi sento. Forse ci riuscirò nei prossimi giorni. Ho già parlato alle televisioni di alcune decisioni che sono state prese, quello dato all’Inghilterra non può essere rigore, qualcosa che mi dà molto fastidio. Cinque secondi prima che Sterling prendesse palla c’era un secondo pallone in campo: l’ho segnalato al quarto uomo ma il gioco è proseguito lo stesso”, ha lamentato.

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