Emanuele Trevi – Due Vite (Neri Pozza)
Incipit: “Era una di quelle persone destinate ad assomigliare, sempre di più con l’andare del tempo, al proprio nome. Fenomeno inspiegabile ma non così raro. Rocco Carbone suona, in effetti, come una perizia geologica”.
Trevi non vuol far scappare via e depositare nel “Nulla” le tracce dei defunti scrittori, e amici vicinissimi, prossimi, Pia Pera e Rocco Carbone. Come se per desiderio inconscio impellente e per sfida letteraria, tentasse un’arrampicata scoscesa tra le vette raggiungibili ma da evitare dell’emozionalità personale e quelle più irte e aguzze del filosofeggiare sull’assenza. Il più cupo, fragile, bipolare Carbone, autore di una manciata di folgoranti romanzi tra fine novanta e inizio duemila, inseguito da quelle “furie” che lo ossessionavano senza tregua. Pera, “signorina inglese” che traduceva dal russo Pushkin e Cechov, avventuratasi in una Lolita in soggettiva respinta con sdegno dall’erede di Nabokov, e infine protagonista di successo di un giardinaggio in prima persona come forma di letteratura. Trevi scansa la confidenzialità del chiacchiericcio didascalico per cercare una dimensione del discorso dura e distaccante. La forma sembra aggrapparsi più al filo della critica letteraria che alla svenevole descrittività del dettaglio fraterno. Sovrabbondano i sofismi rispetto al dato reale, vagolano qua e là sprazzi di periodi incantevoli e surreali, troneggia un io autocensorio, angosciato, trattenuto che schiaccia e filtra le vite degli altri diventando (suo malgrado?) protagonista assoluto. Probabilità di vittoria: è il favorito, anche se così all’improvviso… 30%
Tre domande a Emanuele Trevi.
Che significato ha per lei Due Vite?
“Per me il significato di un libro è sempre relativo al periodo della vita in cui l’ho scritto, quindi non è una cosa evidente, nel senso che non ha nessun interesse per i lettori. Direi che è il primo libro che ho scritto con la netta sensazione che sto iniziando a invecchiare”.
Perché scrive?
“È una cosa che mi domando sempre, in effetti: perché scrivo? lo rivelerei volentieri al «Fatto» ma non l’ho mai capito!”
Chi vince lo Strega 2021?
“Sinceramente, avendo perso per due voti un’altra volta che ho fatto la gara, so per esperienza che con il premio strega nessuno può dire gatto prima di averlo messo nel sacco. con altrettanta sincerità, aggiungo che questa volta tutti e cinque meritiamo di vincere, è stata proprio una cinquina eccellente e anche tra i dodici semi-finalisti c’erano molti libri buonissimi”.
Trevi è romano, ha 56 anni, è figlio di un noto psicoanalista junghiano, ed è stato sposato con la scrittrice Chiara Gamberale dal 2009 al 2011. In un saggio di Andrea Rondini si legge: “Nello scrittore Emanuele Trevi è possibile rinvenire una teoria iniziatica della letteratura. Essa concepisce il testo letterario sia come vettore di trasformazione per il fruitore sia come depositario dell’originaria cultura iniziatica, accesso alle verità nascoste dell’esistenza. Il testo appare come uno degli ultimi, se non l’ultimo, contenitore di questa sapienza primordiale: centrale nelle società e nelle religioni antiche, oggi tale grande codice appare sostanzialmente perduto”.