Si fingevano intermediari della Santa Sede per compiere truffe e rapine. Invitavano le loro vittime negli edifici della Chiesa e di istituti religiosi aperti al pubblico per sembrare affidabili e convincenti, poi si facevano consegnare denaro contante promettendo finanziamenti a condizioni vantaggiose senza la richiesta di garanzie patrimoniali personali. Quindi sparivano nel nulla, fuggendo dai luoghi dell’accordo da un’uscita secondaria senza lasciare traccia. Per questo i carabinieri della compagnia di Roma Centro, dopo un’indagine durata circa due anni, coordinata dalla procura di Roma, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Roma, nei confronti di 5 persone. Tutte sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di molteplici reati di truffa, rapina e furto aggravato. Uno degli indagati – in tutto 11 – è finito ai domiciliari, gli altri 4 sottoposti all’obbligo di presentazione in caserma in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Le indagini sono partite dopo le denunce presentate da due persone, alle quali erano stati sottratti rispettivamente 20mila e 75mila euro in contanti. Le indagini hanno portato a individuare l’esistenza di un vero e proprio gruppo criminale che si diceva rappresentante di un’inesistente finanziaria lussemburghese affiliata al Vaticano (Eurozone s.a.) per compiere reati di truffa, rapina e furto aggravato.

Il modus operandi dei truffatori era collaudato. Dopo numerosi incontri che avvenivano negli edifici religiosi in cui si poteva accedere liberamente, i finti intermediari chiedevano alle vittime contanti, o per l’intermediazione o come saldo di una fideiussione emessa a garanzia del prestito. I finti intermediari consegnavano poi contratti falsi e poi scappavano da una porta secondaria, sparendo nel nulla senza lasciare tracce.

L’ultimo colpo è avvenuto nel 2018 a Roma, in piazza Esedra, all’interno della Basilica S. Maria degli Angeli e dei Martiri. Lì, dopo diversi appuntamenti, gli indagati erano riusciti a farsi consegnare 15mila euro in contanti promettendo un prestito di 500mila euro da parte della solita Eurozone S.a. Con una scusa, i truffatori avevano fatto attendere le vittime all’interno della basilica mentre loro tentavano di dileguarsi dall’uscita posteriore. Ad aspettarli stavolta, però, c’erano i militari della Stazione di Roma, che avevano assistito alla scena camuffati da sacerdoti.

Durante la loro attività, che prevedeva anche rapine e truffi con strappi, gli indagati erano riusciti a raccogliere un bottino totale di 1,63 milioni di euro. Le indagini si sono svolte anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, e con servizi di osservazione e pedinamento a carico degli indagati.

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