Nel sito molisano lavorano oggi 2.400 dipendenti con un massiccio ricorso alla Cassa integrazione. La Gigafactory di Termoli sarà la terza del gruppo oltre a quelle di Francia e Germania. Per il suo piano di elettrificazione il gruppo italo francese investirà oltre 30 miliardi di euro. Appendino: "Torino tradita"
La Gigafactory di batterie per le auto elettriche si farà in Italia a Termoli. Lo ha detto oggi Carlos Tavares l’amministratore delegato di Stellantis (il gruppo nato dall’unione tra Fca e i francesi di Psa, ndr), aprendo l’EV Day dedicato alla strategia del gruppo per l’elettrificazione. In lizza per ospitare il nuovo impianto c’era anche Torino, a cui è stata però preferita la cittadina molisana. Nel complesso Stellantis investirà oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 nell’elettrificazione e nel software mantenendo un’efficienza esemplare per il comparto automotive, in particolare con un’efficienza degli investimenti del 30% superiore rispetto alla media del settore. L’obiettivo è che i veicoli elettrificati arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti entro il 2030. E’ quanto si legge nella nota di Stellantis.
Si tratta della terza Gigafactory del gruppo oltre a quelle già presenti in Germania e Francia. Una volta completato il piano “avremo 5 Gigafactory in Europa e negli Stati Uniti, per 260 GWh di capacità installata”, ha detto Tavares. Si tratta di una strategia di elettrificazione onnicomprensiva, afferma l’azienda, che permetterà all’azienda di puntare a margini di profitto operativo rettificati a due cifre sostenibili nel medio termine. – “La bella e attesa notizia è la Gigafactory in Italia. Come ministero dello Sviluppo economico abbiamo lavorato affinché questo accadesse. Ora deve proseguire il confronto sul piano industriale con le parti interessate”, così il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
A Termoli, in provincia di Campobasso, si trova già uno stabilimento Fca dedicato prevalentemente alla produzione di motori. Negli ultimi mesi presso il sito c’è stata un abbondante ricorso alla Cassa integrazione e rallentamenti per l’avvio della produzione di motori ibridi. Due aspetti che avevano suscitato preoccupazione tra i circa 2.400 dipendenti e i sindacati, per le prospettive dello stabilimento.
“Piemonte e Torino traditi da Stellantis” – “Questa decisione tradisce Torino. Tradisce il Piemonte, la sua storia, i suoi lavoratori, le sue Università e in generale una terra che ha inventato l’auto, ha investito, ha rischiato e che ha un credito enorme verso questa azienda e verso questo Stato”. Così il presidente della Regione Alberto Cirio e la sindaca Chiara Appendino. “Chi è tradito prova rabbia – aggiungono -. Una rabbia che chi ha responsabilità istituzionali deve trasformare in un’azione. Attendiamo parole chiare da Roma per capire su che basi questa scelta sia stata condivisa con il Governo”.
“L’annuncio da parte del ceo di Stellantis Carlo Tavares della realizzazione della terza gigafactory in Italia è una scelta importante che va nella direzione delle richieste sostenute dalle mobilitazioni che da tempo la Fiom con i lavoratori a partire da Torino e in tutta Italia avanzano da anni all’azienda e al Governo”. Lo affermano Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive. “E’ sicuramente un risultato straordinario per il nostro Paese anche se continuo a pensare che l’allocazione ideale era proprio Mirafiori per le ragioni ricordate durante la nostra manifestazione di lunedì. Adesso bisogna immediatamente iniziare a ragionare su quale missione produttiva per gli stabilimenti italiani complessivamente e in particolar modo per quelli torinesi”. Così il segretario generale della Fiom torinese Edi Lazzi.
“L’annuncio della costruzione in Italia della Gigafactory conferma l’impegno di Stellantis nel nostro Paese”. Così commenta Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. . “Sta prendendo forma – spiega Ficco – il nuovo piano industriale, i cui primi elementi erano già emersi con le assegnazioni produttive nella fabbrica di Melfi oggetto di un recente accordo. Si tratta di passi importantissimi per l’industria e per i lavoratori italiani. Siamo confidenti che possa presto riprendere il confronto al Ministero dello Sviluppo economico per proseguire il ragionamento sugli altri stabilimenti italiani.