La ragazza e l'amica si sono costituite parti civili. Prossime udienze il 5 e il 12 novembre
La prima udienza davanti al gup Tempio Pausania per Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati da una 20enne di stupro di gruppo, è terminata con un rinvio. Il giudice per l’udienza preliminare, Caterina Interlandi, ha fissato la data al 5 novembre, quella successiva il 12 novembre. Dopo la camera di consiglio la giudice ha respinto le eccezioni dei difensori degli imputati e ha ammesso la documentazione prodotta dall’avvocata Giulia Bongiorno, che rappresenta la ragazza, insieme all’avvocato Vinicio Nardo. Si tratta di una serie di articoli di giornali “da cui risultano delle dichiarazioni rilevanti” la trascrizione e la traduzione di un file aFrancesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Ci sono una serie di “ulteriori approfondimenti dei file audio – ha detto la penalista ed ex ministro uscendo dal Tribunale – la gup vorrebbe che le difese indicassero tra i file quali sarebbero quelle rilevanti per le singole parti. La parte offesa e le difese indicheranno quali sono i file più rilevanti“.
I legali dei quattro imputati avevano contestato l’utilizzo nel processo di dichiarazioni alla stampa e chiesto una perizia sul file vocale fra la 19enne e una sua amica norvegese. Nell’aula al primo piano del palazzo di giustizia era presente anche il procuratore Gregorio Capasso. La ragazza, che denunciò i fatti 8 giorni dopo, raccontò di essere violentata da Francesco Corsiglia, poi stata costretta a bere vodka e di essere stata poi stuprata in gruppo anche da Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Ciro Grillo. I quattro giovani negano gli abusi e sostengono che il rapporto fosse consenziente. La studentessa e l’amica che era con lei si sono costituite entrambe parte civili.
I fatti contestati sono avvenuti a Porto Cervo alle prime ore del 17 luglio 2019. Secondo l’accusa, i quattro hanno conosciuto la ragazza al Billionaire, locale in Costa Smeralda: intorno alle cinque del mattino, lei e un’amica hanno accettato un invito ad andare a fare una spaghettata. “Mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non ci riuscivo…“ ha raccontato agli inquirenti la studentessa. A un certo punto sarebbe stata costretta a bere vodka. “Mi hanno tenuto la testa e fatto bere metà bottiglia. La mia testa ha iniziato a girare, ma io ero abbastanza lucida ancora… la mia amica non c’era, questi due (Capitta e Lauria, ndr) mi hanno accompagnato in una stanza, mi hanno detto che potevo dormire lì, che potevo stare tranquilla”. Durante il sesso di gruppo riferisce che Capitta, Lauria e Grillo “si davano il cambio e dicevano “fai veloce, tocca a me”, e cose del genere. Io non riuscivo più a gridare, non avevo più forza nel corpo, ero distrutta. E dopo non so, ho visto nero, non so più cosa sia successo e mi sono risvegliata al mattino, in un altro letto e in un’altra stanza”. Dopo aver bevuto, aggiunge, “mi sentivo sulle nubi, non sentivo più le braccia e le gambe. Nel primo episodio sentivo dolore, qui era come se il mio corpo fosse anestetizzato“.
“In questi giorni ho visto la mia assistita. È evidente che in questo momento la ragazza vuole che con l’udienza preliminare venga posto un punto fermo. Sapete quanto tempo è passato. Uno dei problemi in Italia è la lunghezza dei processi- ha detto Bongiorno – Potete immaginare quanto voglia arrivare subito a un punto fermo chi ha una lesione di questo genere. Certamente per noi questa udienza preliminare è un primo traguardo. Per noi è importante che si ponga fine. Il dolore è già tanto, un dolore che continua a trascinarsi senza certezze si amplifica. Non è serena ma vede in questa udienza preliminare un punto fermo“.
“Noi abbiamo evidenziato alcune necessità tecniche e il giudice le ha accolte, e ha dato il termine del 20 ottobre per potere indicare gli elementi probatori essenziali e alla luce di quello che verrò fuori eventuali nostre richieste di rito alternativo o meno” ha detto l’avvocato Alessandro Vaccaro, che difende Vittorio Lauria. “Ci sono elementi che possono essere molto rilevanti” per la difesa “anche nel telefono delle ragazze che possono essere molto rilevanti per le decisioni da assumere” ha dichiarato l’avvocato Gennaro Velle che difende Francesco Corsiglia.
“L’inchiesta per revenge porn di cui abbiamo letto sui giornali non riguarda assolutamente i nostri assistiti” hanno spiegato Vaccaro e Velle. “La richiesta di rinvio a giudizio corrisponde agli avvisi di conclusione delle indagini preliminari e non poteva cambiare e non è cambiato. Peraltro il reato a luglio 2019 non era ancora in vigore. Abbiamo sempre detto e lo hanno detto a chiare lettere i ragazzi negli interrogatori che non hanno mai diffuso video o foto”.