L'ex presidente del Consiglio rompe il silenzio e boccia la controriforma della Giustizia che smantella la legge Bonafede. E, intervenendo a sorpresa a un convegno di Confindustria Giovani, parla anche della sua leadership all'interno del Movimento: "Ci stiamo lavorando". E ha aggiunto: "Se sarò leader il M5s avrà forte chiarezza di principi"
“Siamo tornati a quella che è un’anomalia italiana“. Giuseppe Conte ha rotto il silenzio dopo l’approvazione della controriforma della Giustizia che smantella la legge Bonafede. E si è di fatto schierato contro i ministri M5s che, solo ieri sera, hanno votato a favore del provvedimento in cdm. “Apprezzo il lavoro fatto dalla ministra Cartabia ma io non canterei vittoria“, ha detto intervenendo a sorpresa all’evento organizzato da Confindustria Giovani a Genova. “Non sono sorridente su questo aspetto della prescrizione, siamo tornati a quella che è una anomalia italiana”. E, ha aggiunto: “Se un processo svanisce nel nulla per una durata così breve non può essere una vittoria per lo stato di diritto”.
L’ex premier, consapevole della partita in gioco e del rischio che si apra una vera e propria frattura dentro l’esecutivo, ha però anche specificato che non è sua intenzione andare contro l’attuale presidente del Consiglio: “Commentare e fare proposte non significa andare contro il governo Draghi“, ha detto. “Si cerca sempre la contrapposizione Conte-Draghi. Ma qui non è un Conte contro Draghi, si tratta di confrontarsi su principi e trovare delle soluzioni e dei meccanismi anche in Europa restituiscono all’Italia la possibilità di mettersi in linea con le soluzioni degli altri Paesi”. Ma al di là delle premesse, a proposito delle trattative delle scorse ore, ha anche detto: “Mi spiace, me ne sono occupato personalmente nella mia attuale veste, non sono ancora il leader di nulla. Delle mediazioni erano state offerte, ci sono mille espedienti per assicurare una durata ragionevole dei processi accertando la verità”. E ha aggiunto: “I principi costituzionali sono fondamentali” e il nuovo Movimento 5 stelle “dovrà rispettarli”.
Conte non parlava pubblicamente, salvo qualche frase ai cronisti, dal giorno della sua conferenza stampa che ha ufficializzato lo strappo con Beppe Grillo. Da quel giorno i pontieri sono al lavoro per trovare una via di ricucitura. Ma proprio quella diarchia che stava combattendo con Grillo, è riesplosa in tutta la sua problematicità in queste ore di trattative: mentre i contiani difendevano la riforma Bonafede, come rivelato dal Fatto quotidiano, Beppe Grillo ha parlato con Draghi e frenato l’opposizione. Oggi Conte, parlando sempre all’evento di Confindustria Giovani, ha garantito che i lavori per costruire la sua leadership sono in corso: “Sono qui come semplice cittadino, ringrazio per l’invito”, ha esordito. “Non sono il leader del M5s, al momento. Ci stiamo lavorando, è noto pubblicamente che stiamo cercando di afferrare il quadro di principi che consentirà al M5s di riprendere la sua forza propulsiva. La leadership è una premessa indispensabile, chiarire i passaggi e i ruoli e c’è un progetto statutario e organizzativo. Se l’ipotesi di progetto venisse condiviso io ci sono altrimenti no“. Un intervento che, a tratti, ha lasciato intuire che qualche passo avanti nelle trattative interne sia stato fatto: “Io lavoro”, ha detto ancora Conte, “per creare le condizioni per un progetto politico solido e possa interpretare i bisogni dei cittadini, e contrastare le diseguaglianze che dividono e lacerano il Paese“.
Conte ha anche voluto mettere in chiaro come si immagina il M5s del futuro, come se di fatto fosse di nuovo il leader in pectore: “Se io sarò leader del Movimento 5 stelle, il progetto politico sarà chiaro e di forte identità, avrà una forte chiarezza di principi e nessuno si potrà permettere di dire che è la forza dei no pregiudiziali e il partito dei veti. Sarà una forza ancora più innovatrice del passato”. Rispondendo poi alle domande, Conte ha parlato anche delle alleanze e di dove il suo Movimento dovrebbe posizionarsi: ha riconosciuto che con il governo giallorosso sono stati fatti dei buoni progressi ma “al momento non ha senso parlare di una alleanza precostituita, senza i contenuti” perché togliere spazio “al progetto” per il Movimento 5 stelle, anche se, ha concluso Conte, in caso di alleanze “gli interlocutori privilegiati sono Pd e Liberi e uguali”.