Partono oggi i referendum days per l’Eutanasia Legale, la prima grande mobilitazione nazionale che coinvolgerà fino a lunedì 12 luglio oltre 500 tavoli in tutta Italia, 8.500 volontari e 1.600 autenticatori oltre avvocati e notai registrati, cancellieri, parlamentari, sindaci, assessori, consiglieri comunali, consiglieri regionali e dipendenti comunali. Obiettivo del referendum è raggiungere 500.000 firme entro il 30 settembre.
A lanciare la quattro giorni di firme in tutta Italia anche testimonial illustri sensibili alla causa promossa dall’Associazione Luca Coscioni, realtà attiva a livello nazionale a tutela del diritto alla Scienza e alla Salute: Maurizio Costanzo, uno dei primi firmatari, Fedez, che dai canali social ha diffuso una call to action ai suoi fan attraverso una immagine che lo ritrae al fianco del tesoriere dell’associazione Luca Coscioni Marco Cappato, Giobbe Covatta ( foto in allegato) e Vasco Rossi, che ha concesso i diritti della canzone Vivere come colonna sonora dello spot ufficiale della campagna, un corto in cui protagonista, circondato in una bella casa dall’affetto dei suoi cari, si trova in una condizione di malattia irreversibile che lo porterebbe a voler “stare spento” ma che gli permette solo di spegnere la radio.
“Nelle prime settimane abbiamo raccolto tantissime firme e adesioni ma per raccogliere 500.000 firme dobbiamo essere molti di più – spiega Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – Ci appelliamo alla cittadinanza per rafforzare sempre di più la nostra rete chiedendo di unirsi e partecipare direttamente e a comunicarci la disponibilità come volontari o autenticatori a questa grande battaglia di civiltà. È il momento di mettercela tutta, perché da questo Parlamento non possiamo aspettarci una legge. Unico ostacolo infatti è il ceto politico, unico potere che può impedire di arrivare al referendum. La gente comune sa già di cosa stiamo parlando meglio dei politici. Sa che stiamo parlando di potere evitare di soffrire alla fine della vita per chi lo vuole e lo decide. Per questo senza che ci sia mai stato un grande dibattito in aula, stiamo rilevando un grande entusiasmo della gente intorno all’iniziativa. Basta infatti aprire un tavolino e in tutta Italia e si crea la coda per firmare. La gente sa di cosa si parla, e questa è la nostra forza, perché si riconosce nelle storie di fine vita, come quella di Daniela, la donna 37 anni, affetta da una grave forma di tumore al pancreas, che avrebbe voluto poter scegliere di porre fine alle sue sofferenze, ma non ha fatto in tempo ad andare in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito”.