“Cosa stiamo preparando a Bruxelles? un grande pacchetto che verrà presentato la prossima settimana dopo lunghe discussioni”, la ha detto questa mattina al G20 di Venezia, il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni sottolineando l’ambizione della Commissione sulla riduzione delle emissioni di Co2. La proposta poggerà su tre elementi: l’estensione a nuovi settori del sistema del trading di emissioni di Co2; la “revisione della nostra direttiva sulla tassazione energetica, vecchia di vent’anni e che paradossalmente incentiva i combustibili fossili. Stiamo studiando un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere”. “Per una tassazione ‘green’ è ora o mai più”, ha continuato il commissario europeo spiegando che occorre “trovare un equilibrio fra l’ambizione – e la Ue è piuttosto ambiziosa – e la necessità di cooperazione globale. Sono entrambe necessarie e tocca a noi trovare un equilibrio”.
Nella città lagunare, uno dei luoghi del mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici, la prima mezza giornata del summit economico G20 ha visto le discussioni concentrarsi sulle strategie per raggiungere gli obiettivi di riduzione e azzeramento delle emissioni nette di Co2. C’è concordia sul fatto che uno dei modi più efficaci sia quello di tassare le emissioni, il problema è che attualmente le imposte sulla Co2 oscillano da 1 a 120 dollari a tonnellata a seconda del paese. Una condizione che distorce i meccanismi concorrenziali avvantaggiando aziende che operano in paesi in cui la regolamentazione ambientale è meno severa.
Secondo alcune simulazioni un prelievo congruo si dovrebbe collocare intorno ai 50 dollari a tonnellata. Tuttavia direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christalina Georgieva. ha spostato di molto l’asticella. La lotta al cambiamento climatico “richiederà un potente segnale sui prezzi delle emissioni di Co2″, e per raggiungere gli obiettivi di emissioni nette zero al 2050 è indispensabile raggiungere “almeno i 75 dollari per tonnellata, contro gli appena tre dollari di prezzo attuale. La distanza è davvero troppo grande per lasciare che i singoli Paesi si muovano da soli”, ha affermato la numero uno del Fondo.
In tema è intervenuta anche la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde secondo cui per l’area euro “è urgente un’unione del mercato dei capitali concentrata sugli investimenti green”. L’Agenzia internazionale dell’energia ha recentemente stimato che per gestire efficacemente il percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di Co2, servano 5mila miliardi di dollari (4.200 miliardi di euro) all’anno fino al 2030.
“La carbon neutrality è un obiettivo ampiamente condiviso, avremo bisogno di strategie di mitigazione e adattamento, strumenti fiscali e politiche fiscali”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco. “Non sarà facile – ha proseguito Franco – a livello economico, politico, sociale, sarà costoso, difficile soprattutto per alcune aziende e comunità, ma non abbiamo scelta sul target finale”. Sulla stessa linea la “collega” statunitense di Franco, la segretaria al Tesoro Janet Yellen che dall’Arsenale di Venezia ha affermato: “La decarbonizzazione delle nostre economie entro la metà di questo secolo richiederà decisioni difficili ed è nostra responsabilità agire, e farlo immediatamente“. Yellen ha indicato”due aree nelle quali il lavoro del G20 finanze è fondamentale: “i progressi sui dati e la trasparenza nei bilanci relativa alle emissioni inquinanti, grazie al Gruppo di lavoro per la finanza sostenibile promosso dalla presidenza italiana G20; l’utilizzo del G20 finanze “come forum per discutere misure dei singoli Paesi, per contrastare ricadute negative come le rilocalizzazioni delle emissioni di Co2”.
La Francia ha proposto un “global floor”, una base globale dl prezzo del carbonio, “su cui tutti gli stati membri del G20 potrebbero impegnarsi“, ha spiegato il ministro dell’economia Bruno Le Maire, aggiungendo che “C’è bisogno – ha proseguito Le Maire di – introdurre un prezzo del carbonio equo ed efficiente; in un mondo ideale il prezzo dovrebbe essere uguale, ma sappiamo che vi sono differenze politiche per questo obiettivo. Il tetto al prezzo del carbonio va in questa direzione”. “Nella guerra al trasferimento di emissioni di CO2 – il carbon leakage – abbiamo un paio di anni per trovare una soluzione“, ha sottolineato il ministro delle finanze della Germania, Olaf Scholz. “Non è molto – ha precisato Scholz – ma il grande obiettivo c’è già, la tassazione minima, e sono fiducioso. La strategia multilaterale può servire per perseguire i nostri obiettivi”, ha concluso.