E' stata invece dichiarata l'improcedibilità per prescrizione per i reati di truffa, aggiotaggio e falso in prospetto. Gli imputati, l'ex presidente del consiglio di amministrazione Norbert Plattner, l’ex direttore generale Peter Schedl, il responsabile Direzione Crediti e Treasury Richard Seebacher e il funzionario responsabile della Direzione Finance & Controlling Sergio Lovecchio, dovranno comparire in aula a ottobre
La prescrizione salva solo per una parte delle accuse gli ex vertici della Cassa di risparmio di Bolzano, che sono stati rinviati a giudizio dal gip Emilio Schönsberg per ostacolo all’attività di vigilanza di Consob e Bankitalia. E’ stata invece dichiarata l’improcedibilità per prescrizione per i reati di truffa, aggiotaggio e falso in prospetto. Gli imputati, che dovranno comparire in aula ad ottobre, sono l’ex presidente del consiglio di amministrazione Norbert Plattner, l’ex direttore generale Peter Schedl, il responsabile Direzione Crediti e Treasury Richard Seebacher e il funzionario responsabile della Direzione Finance & Controlling Sergio Lovecchio.
La vicenda affonda le radici nel 2012 quando fu deciso un aumento di capitale della banca per far fronte agli effetti della crisi finanziaria che aveva causato perdite consistenti nei bilanci. Per realizzare la raccolta di 100 milioni di euro si fece ricorso ai risparmiatori a cui venne venduto un ammontare molto consistente di azioni. La Fondazione, che detiene il 60 per cento delle quote di Carispa, e i dirigenti fecero, invece, sottoscrizioni piuttosto modeste. A distanza di nove anni le azioni risultano invendibili, nel senso che il valore di immissione nel mercato era molto più alto del valore reale. Secondo gli investigatori si arriverebbe addirittura ad un valore dimezzato.
Era stato il Centro tutela consumatori (Ctcu) ad inviare all’epoca una segnalazione direttamente a Bankitalia. Ed è proprio nei rapporti con l’Istituto centrale finanziario che i finanzieri e i carabinieri del Ros di Trento hanno individuato gli estremi che hanno portato alla contestazione dell’ostacolo ai controlli dell’autorità di vigilanza. Si tratta di Consob, che vigila sull’andamento corretto della Borsa, e di Bankitalia, in base alla convinzione che il consiglio di amministrazione abbia tenuto nascosto il valore effettivo dei crediti deteriorati, risultato di operazioni autorizzate dalla banca, ma rivelatesi un colabrodo, anche perché chi aveva ricevuto i prestiti non aveva dato garanzie adeguate.
Il sostituto procuratore Igor Secco ha contestato un ventaglio ampio di reati, ma adesso il gip lo ha falcidiato a causa della prescrizione. Rinviando a giudizio i vertici di Sparkasse solo per ostacolo all’attività di vigilanza (pene da 1 a 4 anni di reclusione, salvo aumenti da aggravanti), il gip ha ammesso la costituzione di parte civile di una decina di risparmiatori. I difensori degli imputati ne chiederanno però la revoca, perché non sarebbero stati danneggiati dal reato di ostacolo alla vigilanza. Anche su ciò che rimane del processo incombe la prescrizione, con il rischio che tutto finisca in archivio. Così i risparmiatori (pendono a Bolzano cause civili) sarebbero definitivamente beffati.