“Non sono agitato, forse domani lo sarò un po’ di più“. Così il commissario tecnico dell’Italia, Roberto Mancini, risponde in conferenza stampa a chi gli chiede un paragone tra la vigilia di Italia-Turchia (la gara d’esordio dell’Europeo lo scorso 11 giugno) e quella della finalissima con l’Inghilterra, in programma domani sera a Wembley. “Sicuramente è diverso – dice -, dobbiamo essere tranquilli, sappiamo che sarà difficile, dobbiamo solo essere concentrati sul nostro gioco: è l’ultima partita, abbiamo superato un tragitto pieno di difficoltà e con grande fatica. Speriamo di divertirci ancora novanta minuti e poi andare in vacanza: un ultimo sforzo”. Nei confronti dell’avversario, che gioca nel proprio stadio di casa, c’è rispetto, ma nessun timore: “L’Inghilterra è forte, anche in panchina ha giocatori bravissimi. Ma anche noi, se siamo arrivati qui, vuol dire che siamo forti. Sterling è un giocatore velocissimo, bisognerà fare molta attenzione alla fase difensiva, ma davanti sono tutti bravi, con qualità, tecnica e velocità”.
Nel confronto tra gli schieramenti a centrocampo, quello inglese appare più fisico di quello dell’Italia, “ma il calcio si gioca palla a terra e queste qualità spero siano importanti”, dice Mancini, che sembra intenzionato a mantenere lo schema tattico di tutte le altre gare: “A volte vince il più piccolo, è già capitato in passato. Anche con la Spagna avremmo voluto giocare come sappiamo, ma loro sono stati bravi a limitarci. Non possiamo cambiare proprio adesso quello che abbiamo realizzato fino a qui”, spiega. Qualche parola sulla cornice di pubblico attesa a Wembley: “In Inghilterra c’è grande passione, ha sempre avuto ottime squadre. Sarà una bellissima partita davanti allo stadio pieno e questa è una notizia meravigliosa. Sarà un bel giorno per giocare la partita, vedremo come andrà”. Allo stadio ci saranno pochi italiani rispetto ai tifosi inglesi: “Speriamo di ascoltarli alla fine, i nostri – taglia corto Mancini -, durante la partita abbiamo altro a cui pensare“.
Un cronista cita la prima pagina del The National, il tabloid scozzese che lo ha paragonato, con un fotomontaggio, all’eroe nazionale William Wallace: “Vignetta simpatica, ma dobbiamo solo pensare a giocare bene e fare la nostra partita”, risponde. Un’altra domanda gli fa notare che proprio l’11 luglio è il 39° anniversario del trionfo ai Mondiali del 1982, con la finale vinta contro la Germania: “Spero possa essere una data ancora importante per noi italiani”, dice. “È uno dei momenti più importanti della mia carriera, ho giocato in una nazionale fantastica senza riuscire a vincere un Mondiale che avremmo meritato. Rappresentiamo l’Italia e domani spero di avere quelle soddisfazioni che non ho avuto da calciatore“.