Numerosi gli attestati di vicinanza al ministro da parte degli esponenti politici italiani. Dalle colleghe pentastellate Raggi e Appendino ai forzisti Brunetta e Carfagna, fino al leghista Giorgetti e al segretario Dem Enrico Letta hanno condannato l'attacco delle Bandiere Nere al membro del governo
La copresidenza, condivisa col segretario di Stato americano Antony Blinken, della ministeriale della coalizione anti-Daesh ha messo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel mirino dello Stato Islamico. Così nell’ultimo numero della rivista al-Naba, uno dei canali di propaganda delle Bandiere Nere, i jihadisti tornano a minacciare l’Italia e il ministro degli Esteri: “Il dossier più pesante e importante sul tavolo dell’alleanza dei crociati a Roma è l’Africa e la regione del Sahel – hanno scritto – Il ministro degli Esteri italiano ha ammesso che non basta combattere lo Stato Islamico in Iraq e Siria, ma bisogna guardare altre regioni in cui è presente, sostenendo che l’espansione dello Stato Islamico in Africa e nel Sahel desta preoccupazione e proteggere le coste europee significa proteggere l’Europa”.
I timori e le strategie presentati da Di Maio, sostengono i terroristi, sono fondati perché, dicono, Roma rimane ancora in cima agli obiettivi dell’organizzazione, in quanto città simbolo del cattolicesimo e dei “crociati”: “Non è un caso – si legge ancora – che i crociati e i loro alleati si incontrino nella Roma crociata e non c’è dubbio che i timori di Roma siano giustificati poiché è ancora nella lista dei principali bersagli dei mujaheddin. I mujaheddin dell’Isis stanno ancora aspettando il compimento della promessa di Dio onnipotente nei loro confronti. Questa è Dabiq, questa è Ghouta, questa è Gerusalemme e quella è Roma e noi vi entreremo senza false promesse”.
Nel pomeriggio di sabato è arrivata la reazione del ministro degli Esteri. “Non saranno le minacce a fermare l’azione dell’Italia nella lotta al terrorismo. E lo stiamo dimostrando con i fatti”, scrive su Facebook. “La recente ministeriale della Coalizione anti-Daesh, che si è tenuta per la prima volta nel nostro Paese e alla quale hanno preso parte 85 delegazioni in rappresentanza di altrettanti Paesi e organizzazioni internazionali, è stata importante per rinnovare questo preciso impegno e rafforzare il ruolo dell’Italia. Stiamo lavorando con grande determinazione per tutelare la sicurezza dei nostri cittadini, fermare i flussi migratori irregolari e bloccare i trafficanti di esseri umani. Durante l’anti-Daesh abbiamo discusso dell’importanza di combattere le cellule terroristiche non solo in Medio Oriente ma anche in Africa, in particolare in aree come il Sahel, dove la destabilizzazione sta producendo proprio l’aumento dei flussi migratori e i traffici di ogni tipo. Siamo decisi ad andare avanti sia sul lato militare, potenziando l’azione della coalizione, che su quello della cooperazione allo sviluppo, supportando le istituzioni locali. Stabilizzare la Siria, l’Iraq e il Sahel significa fermare all’origine, in stretta cooperazione con i nostri alleati e i Governi interessati, il fenomeno terroristico. Il nostro è un grande Paese, forte e coeso, e la vicinanza che mi avete dimostrato oggi ne è l’ennesima testimonianza. Andiamo avanti uniti“.
Nelle ore precedenti erano arrivati numerosi messaggi di sostegno da parte degli esponenti dei vari partiti. Ci sono i colleghi pentastellati, come la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che invoca “l’unità di tutta la comunità” come “unica risposta possibile”, mentre la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, ricorda che “il nostro impegno per la lotta al terrorismo non si ferma. Siamo uniti contro ogni violenza, per la libertà e la democrazia. Luigi siamo al tuo fianco”. Ma anche da altri partiti arriva solidarietà: il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in una nota ha manifestato “piena solidarietà a Luigi Di Maio, finito nel mirino dell’Isis. Erano anni che un nostro ministro degli Esteri non riceveva minacce esplicite intollerabili”. Mentre la sua collega di Forza Italia, Mara Carfagna, ricorda che “le minacce dell’Isis non intimidiscono né gli italiani, né il governo italiano, né il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, al quale voglio attestare anche personalmente solidarietà e vicinanza. L’idea che la barbarie fondamentalista possa impadronirsi di Roma è semplicemente ridicola, non hanno spaventato l’Occidente ieri, non lo spaventeranno oggi”.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, è intervenuto sulla questione esprimendo “solidarietà al ministro Luigi Di Maio, bersaglio delle inaccettabili minacce pubblicate dal settimanale dell’Isis al-Naba. A lui tutta la mia personale vicinanza, sicuro che non si farà intimidire da questi attacchi vigliacchi”. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha parlato a nome di tutto il partito che “esprime solidarietà al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, oggetto di intimidazioni e minacce intollerabili da parte dell’Isis. A lui va la mia personale vicinanza e quella dell’intera comunità democratica unita nella lotta al terrorismo e alla violenza jihadista”. Così come la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che chiede di far “sentire forte la voce di tutto il Governo italiano contro chi minaccia l’Italia e i suoi rappresentanti”.