Mancini che passeggia nel bosco, Mancini che indossa golfini di classe, Mancini che riceve pacchi postali. Tutti pazzi per il Mancio: i giocatori lo seguono, i tifosi lo adorano. Una ricerca inglese lo ha persino incoronato “ct più sexy di Euro 2020”. E infatti gli sponsor lo cercano. In questa lunga cavalcata azzurra agli Europei, che ci ha portato fino alla finale di domenica sera a Wembley contro l’Inghilterra, ormai i match dell’Italia sono quasi due ore ininterrotte di primi piani del ct: 90 minuti durante il match, e poi prima, nell’intervallo e dopo nei tanti spot di cui il mister è protagonista. Un vero tesoro per la nazionale. Non solo sportivo, anche economico. Che Mancini sia il vero artefice del “rinascimento” azzurro ormai è riconosciuto da tutti. Ma non è solo una questione tecnica. In una squadra che punta tanto sul gruppo, non ha grandissimi campioni e soprattutto veri personaggi, il volto simbolo di questa nazionale e la sua punta di diamante a livello promozionale diventa proprio il ct. Che vince, diverte, e poi piace tanto per il suo profilo elegante e sempre impeccabile. Facile capire perché gli sponsor facciano a gara ad associare il loro brand al suo nome.

La domanda è: chi ci guadagna? La risposta è: tutti. Se c’è da realizzare una pubblicità o un evento per uno degli sponsor della FederCalcio, è sempre lui l’azzurro più ricercato. Poi, c’è l’immagine personale del ct. La linea di demarcazione è sottile, ma semplice da individuare. A grandi linee funziona così: se Mancini sta facendo da testimonial in quanto Roberto Mancini (come nella maggior parte degli spot che vediamo in questi giorni), incassa lui; se invece Mancini è testimonial in qualità di ct della nazionale, viene presentato come tale, ci sono riferimenti espliciti alla maglia azzurra, la partita viene gestita dalla Federazione. Il tutto va inquadrato nel rapporto contrattuale che lega Mancini alla Figc: da ct fino ad oggi percepiva uno stipendio comunque importante (circa 2,5 milioni di euro l’anno), ma inferiore agli standard dei suoi colleghi nei top club. I commissari tecnici in generale guadagnano di meno e per questo lo sfruttamento dei diritti d’immagine assume una rilevanza maggiore, che è concessa a condizione ovviamente di avvisare la Federazione, e non fare promozione ad aziende concorrenti agli sponsor ufficiali. Adesso il contratto è stato rinnovato e ritoccato al rialzo (circa 4 milioni fino al 2026) e qualcosa potrebbe cambiare anche sui diritti d’immagine.

Del resto è un momento d’oro per tutta la nazionale, e quindi per la FederCalcio: basti dire che la Figc con la gestione interna del marketing (non più affidato a un advisor come in passato) è riuscita a segnare un +50% di ricavi commerciali rispetto al precedente quadriennio, nonostante si partisse dal disastro della mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 che minacciava di avere pesanti ricadute anche economiche. Ormai siamo vicini alla soglia dei 200 milioni di introiti commerciali complessivi nel ciclo quadriennale: solo nel 2021 a bilancio sono segnati 52 milioni da sponsor, quasi il 10% in più sul 2020. Con l’exploit agli Europei il valore della nazionale non potrà che aumentare. Anche se per “monetizzare” il grande risultato di Euro 2020, almeno dal punto di vista commerciale, bisognerà aspettare un pochino: per la precisione un paio d’anni, quando scadranno i contratti del periodo 2018-2022 e in sede di negoziazione si potrà far valere il ritrovato prestigio della nazionale (ancor di più se all’Europeo seguirà pure un buon mondiale in Qatar). Subito, in ogni caso arriverà il lauto premio della Uefa: circa 30 milioni alla squadra campione, qualcosa meno all’altra finalista. Nazionale che vince, guadagna.

Twitter: @lVendemiale

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