E’ morta questa mattina nell’ospedale israelitico di Amburgo, Esther Bejarano, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz dove era parte dell’orchestra delle donne del campo. La musicista, una delle ultime sopravvissute del complesso, aveva 96 anni e “non ha sofferto”, ha fatto sapere la sua amici Helga Obens, del Comitato internazionale su Auschwitz. Tanti i messaggi di cordoglio arrivati per la morte della donna simbolo della lotta all’estrema destra e alla xenofobia.
Nata il 15 dicembre 1924 a Saarlouis da una famiglia di musicisti di origine ebraica, la donna perse la famiglia nel 1941 in Lituania, sterminata dai nazisti. Lei fu imprigionata e costretta ai lavori forzati. Risale all’inizio del 1943 la sua deportazione ad Auschwitz. Il suo talento musicale le salvò la vita perché fu messa a suonare nell’orchestra in quanto si reinventò musicista di fisarmonica. Bejarano, infatti, suonava il pianoforte, ma non essendo disponibili posti da pianista, imparò a suonare la fisarmonica.
Dopo la guerra si trasferì in Israele, per poi fare rientro in Germania con il marito e i figli nel 1960. Negli anni Ottanta diede vita ad un gruppo musicale e con i figli si esibiva interpretando, tra agli altri, anche brani appartenenti alla tradizione ebraica e canzoni anti-fasciste. Recentemente aveva fatto un tour in Germania assieme alla banda rap Microphone Mafia composta da musicisti di Colonia, di cui era la voce dal 2009. “Una voce determinante nel contrasto al razzismo e all’antisemitismo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas in un tweet.
Come rivela l’Anne Frank Education Centre di Francoforte, negli ultimi anni Bajarano aveva avanzato delle preoccupazioni per l’ascesa dell’estrema destra e la nascita di movimenti neonazisti in Europa. “Per coloro che hanno vissuto quelle cose – disse nel 2014 in un’intervista a Deutsche Welle – è impossibile descrivere quanto è grave”, riferendosi alla crescita di movimenti estremi contro l’immigrazione o anti-islamici, come AfD o Pegida.