E’ da ieri che il tweet di Carlo Calenda sulla pulizia delle città e l’impiego di chi percepisce il Reddito di cittadinanza (Rdc) attira retweet e risposte. Oggi sul suo profilo una foto di un netturbino mentre lavora di spalle è accompagnata dalla scritta: “Io credo che si possa chiedere, senza ledere la dignità di nessuno, a chi percepisce il Rdc ed è in grado di farlo, di collaborare alla pulizia della città. Mezza giornata di lavoro, con integrazione salario. Ripristiniamo la figura dello spazzino di quartiere. Presidio di decoro” ha scatenato le risposte sui social, tra critiche e ironia. “Tutta l’Italia seria è con te” dice qualcuno, mentre qualcun altro si interroga “perché assumerli in pianta stabile pare brutto?”. “Assumi due milioni di persone?” chiede poi un utente riferendosi al numero di percettori del Rdc. C’è poi chi ironizza: “Dovrebbe avere anche una pettorina con scritto “Povero”!”.
Questo tweet è stato seguito da un altro in cui Calenda anticipava chi avrebbe detto che “il Rdc fa crescere i salari”. Secondo il candidato sindaco di Roma no, “il Rdc fa crescere il nero e danneggia i lavoratori in regola. Salari si fanno crescere con salario minimo, detassazione, aumento produttività. E ricordarsi che il Rdc lo pagano anche i lavoratori con redditi bassi. Infermieri, insegnanti etc.” specificando poi di essere sfavorevole al referendum sull’abolizione del Rdc, ventilato da Renzi davanti alla platea Giovani imprenditori di Confindustria. Il pensiero del candidato ha spaccato il web, tanto da valere a Calenda la tendenza sul social.
Io credo che si possa chiedere, senza ledere la dignità di nessuno, a chi percepisce il RDC ed è in grado di farlo, di collaborare alla pulizia della città. Mezza giornata di lavoro, con integrazione salario. Ripristiniamo la figura dello spazzino di quartiere. Presidio di decoro pic.twitter.com/AMTUPWeOdw
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) July 11, 2021
Ieri Calenda aveva anche ripreso un suo tweet di venerdì 9 luglio, dove postava una foto di Praga dicendo “comunque in giro per Praga con mia moglie continuo a controllare la pulizia delle strade. E mi rendo conto che è oramai una patologia da candidato sindaco. 12 km a piedi neanche una carta per terra. Sapete perché? Un cestino ogni pochi metri”. Anche in quell’occasione, l’affermazione del candidato sindaco della capitale non era passata inosservato e aveva scatenato critiche e ironie, tanto da richiedere una risposta ai numerosi commenti che tuonavano “non sono i cestini, siamo noi ad essere maleducati”. Ma per Calenda “degrado chiama degrado e decoro chiama decoro”. Molti utenti, però, hanno fatto notare a Calenda come Tokyo – città definita da molti “pulitissima” – sia del tutto sprovvista di cestini per la spazzatura. “Carlo, i cestini aiutano, ma l’educazione della gente di più” cinguetta qualcuno. Qualcun altro invece fa notare con un pizzico di amarezza, la necessità che qualcuno li svuoti poi, i cestini, per avere delle città pulite.
A proposito di referendum, Carlo Calenda ha aggiunto di non essere favorevole, oltre al referendum sull’abolizione del Rdc, a quello sulla giustizia e sull’eutanasia. “Anche se condivido molte delle istanze che portano avanti. Sono favorevole a far lavorare Draghi, Cartabia etc” ha aggiunto. Tweet a cui ha risposto con ironia Marco Cappato: “Vuoi far lavorare Draghi adesso sull’eutanasia? Gli vuoi male, povero Mario!”.
Vuoi far lavorare Draghi adesso sull’eutanasia?
Gli vuoi male, povero Mario!— Marco Cappato (@marcocappato) July 11, 2021