Diritti

Come siamo arrivati al punto in cui il politico vuole fare l’influencer e l’influencer il politico?

di Roberto Del Balzo

Come ci siamo arrivati a questo punto? Chiudendo gli occhi si sentono solo discorsi senza contenuto in cui è difficile capire di chi sia la voce. Politici, opinionisti e influencer parlano e annegano soffocati dalle loro stesse parole reiterate come un mantra ipnotico.

Un coacervo di personaggi che non possiamo fare a meno di sentire, leggere e vedere si accusano tutti della stessa cosa a prescindere dal colore politico: ormai sono tutti populisti, buonisti, qualunquisti, sovranisti oppure élite, casta e chi ne ha più ne metta. Con gli occhi chiusi non si distingue più da dove arrivano questi ragionamenti ad alta voce così vuoti e recitati con finta passione, dichiarazioni che sembrano selle lucidate da mettere sul dorso del cavallo favorito ovvero l’argomento inutile fatto diventare bandiera da sventolare e piantare prima degli altri nel terreno atrofizzato dove la critica diventa sempre più un esercizio faticoso da realizzare.

Sono discorsi che diventano ossessione (che, va da sé, è peggio della malattia) pronunciati con forza dal bordo di qualche abisso della schizofrenia oppure con la pacatezza di chi si dichiara dalla parte delle persone. Come ci siamo arrivati a questo punto? Già, perché mentre l’anestetico inoculato più del vaccino, ovvero i sermoni mielosi di politici, opinionisti e influencer sulla tutela dei diritti di tutte le diversità, sulla genuflessione dei calciatori e via discorrendo ci ha portato a una nuova dottrina buona e giusta, nel nostro amato Sud gli ombrelloni si aprono solo in spiaggia e i braccianti muoiono inceneriti sotto il sole a 27 anni per far mangiare all’ecorockstar e a tutti noi la verdura che fa tanto bene alla salute.

Come ci siamo arrivati a questo punto dove il politico vuole fare l’influencer, l’influencer il politico e l’opinionista si danna l’anima per essere entrambe le cose? La bandiera dei diritti che tutti sventolano è piantata nel terreno atrofizzato, quello che nasconde le garanzie, almeno quella di non morire sotto un cielo limpido che fa bruciare l’aria a più di 40 gradi dove qualcuno lavora a 6 euro all’ora.

Ma si sa, meglio parlare di cose che piacciono alla gente che piace, sempre dopo un bel piatto di pomodori baciati dal sole e raccolti da chi, magari, sotto quel sole ci ha lasciato la vita.

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