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Movimento Italia Gentile, la ricerca scientifica conferma: “Essere gentili permette di vivere meglio e più a lungo”

"Siamo partiti da solide basi scientifiche. Oggi la ricerca ha dimostrato che valori come gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine e felicità producono un alto impatto biologico, vitale, emotivo, mentale, sociale e spirituale, andando a incidere direttamente sul nostro Dna e sui telomeri, ossia gli indicatori del benessere e della longevità”, ci spiega Daniel Lumera, riferimento internazionale nelle scienze del benessere e nella pratica della meditazione. Al movimento hanno aderito fino a oggi 200mila persone

di Ennio Battista

Siate gentili e rivoluzionerete il mondo. Dalle paure e incertezze del primo lockdown è nato un movimento che, come una forza tranquilla, è cresciuto mese dopo mese per dare nuove risposte a interrogativi di una crisi senza precedenti. È il Movimento collettivo nazionale Italia Gentile. Non si tratta di una nuova ideologia, né di un riferimento strettamente filosofico ma un inedito mix di valori e scienza. “Siamo partiti da solide basi scientifiche. Oggi la ricerca ha dimostrato che valori come gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine e felicità producono un alto impatto biologico, vitale, emotivo, mentale, sociale e spirituale, andando a incidere direttamente sul nostro Dna e sui telomeri, ossia gli indicatori del benessere e della longevità”, ci spiega Daniel Lumera, riferimento internazionale nelle scienze del benessere e nella pratica della meditazione, ideatore di questo movimento e autore, insieme alla scienziata di Harvard Immaculata De Vivo, esperta mondiale nel settore dell’epidemiologia molecolare e della genetica del cancro, dei libri Biologia della gentilezza (Mondadori, 2020) e La lezione della farfalla (Mondadori, 2021). Un’opera, la prima, da cui hanno tratto alcune linee guida pratiche per orientare le persone e le istituzioni verso un cambiamento innanzitutto interiore. E i risultati stanno arrivando. Al movimento Italia Gentile hanno aderito finora oltre 200mila persone, centinaia di realtà profit e non profit, tra cui librerie, hotel, ristoranti, lo stato di San Marino e 25 Comuni italiani, “ma nelle prossime settimane avremo nuove adesioni da altre città”, aggiunge Lumera. Fino a organizzare, nei giorni scorsi, il primo “Festival dell’Italia Gentile” nel cuore di Firenze, a partire da Palazzo Vecchio, e mettere in programma tra poche settimane il “San Marino Festival Gentile”, dal 6 all’8 agosto sul Titano.

L’altruismo fa vivere meglio

Valori come gentilezza, empatia, perdono sembrano lontani da quello che in genere sperimentiamo, specie in questo periodo e, soprattutto, estranei a una cultura fondamentalmente competitiva e individualista. “Il Covid ha prodotto tanta rabbia nella gente. In più il linguaggio politico soffia molto spesso su sentimenti di facile presa nell’opinione pubblica, come il rancore, la rivalsa, il senso di ingiustizia. Ma dobbiamo prendere coscienza che con questi sentimenti un sistema sociale non cresce, è destinato a deteriorarsi. Invece la scienza oggi ci dimostra che se scegliamo di pensare agli altri, mostriamo gentilezza, gratitudine e compassione non assolviamo solo a degli imperativi etici ma assecondiamo elementi strutturali della nostra biologia che ci permettono, se praticati nella quotidianità, di vivere meglio e più a lungo. La gentilezza è il migliore atteggiamento per produrre maggiori risultati anche nei gruppi di lavoro. Per contro, sempre la ricerca scientifica ha rivelato che continuare a produrre discriminazioni di ogni tipo, dal razzismo all’omofobia, provoca gravi patologie croniche o tumori in chi le subisce”, continua Lumera.

Legati al dolore

Desiderare di cambiare però è difficile. Anche e soprattutto se si vive un dolore. Perché se in teoria le persone “spesso vogliono smettere di soffrire, non sono disposte ad accogliere il cambiamento”, prosegue l’esperto. “Si aggrappano con tutte le loro forze a ciò che conoscono, anche se questo è fonte di grande disagio. Il dolore rappresenta una certezza. Ma come spesso mi capita di dire, il dolore è un amore trattenuto”. L’essenza della vita è invece mutamento. “Sì, ma siamo disabituati a questa idea vivendo un tipo di società che si fonda sulla previsione, sull’estrema programmazione degli eventi. E poi non sappiamo ascoltarci”. C’è quindi sempre una possibilità di cambiare, anche se ci portiamo dietro amarezze, ferite, disillusioni. “Ho lavorato nei penitenziari con assassini e pedofili. Basta avviare un contatto empatico e queste persone innescano dentro di sé un processo di miglioramento. Il nostro sistema carcerario è però impostato in senso punitivo e non tanto alla riabilitazione della persona. Purtroppo, chi esce dal carcere ha circa il 70% di probabilità di riprodurre un reato. Dobbiamo allora accogliere quel suo problema come una parte di noi”. E qui arriviamo a un punto nevralgico. Il nostro cervello è predisposto a cambiare abitudini, ha una sua plasticità che però deve essere allenata. In che modo possiamo farlo? “Scientificamente parlando la meditazione è una delle strategie principali con straordinari benefici a tutti i livelli. Poi è necessario passare dall’io al noi. Essere consapevoli di fare parte di un tutto, persone e ambiente. Consideriamo che il nostro organismo è popolato più da batteri e virus che da cellule. Vuol dire che ‘io’ sono già ‘noi’. Il passo successivo è sperimentare il benessere che provo con la gentilezza. In termini pratici, consiglio di compiere tre atti di gentilezza al giorno: verso una persona, un animale e una pianta. C’è un dato eccezionale che conferma la validità di queste scelte: le ricerche(1) hanno evidenziato in chi ha atteggiamenti di altruismo un tasso di mortalità ridotto del 60% e un’aspettativa di vita maggiore dal 22 al 44%. Sto parlando di vere e proprie medicine naturali. In più la gentilezza è contagiosa, vedere una persona gentile stimola gli ormoni legati al piacere. E in questo modo il cambiamento viene trasmesso da individuo a individuo”. Valori quali gentilezza, perdono, empatia, accoglienza sono tipici del femminile. “Ma anche le donne devono recuperare questi elementi. Perché, pur avendo tante ragioni nell’esprimere i loro diritti, nella politica come in altri settori, fanno troppo spesso leva sulla rabbia e su modelli maschilisti tipici della competizione e dell’antagonismo”.

Da bruco a farfalla

In queste settimane è uscito, come accennato sopra, un suo nuovo libro, sempre scritto con la professoressa Immaculata De Vivo, La lezione della farfalla, che fa riferimento al cambiamento che il bruco vive nel suo percorso di vita. Lei si augura che questo momento di crisi sia l’occasione per una trasformazione radicale. “Fino a oggi l’essere umano ha attuato su larga scala la strategia del bruco”, sottolinea Lumera, “accumulando incessantemente e divorando letteralmente le risorse intorno e dentro di sé. I periodi storici caratterizzati da grandi sfide, come ora la pandemia e il cambiamento climatico, spingono sempre più individui verso l’opportunità di una metamorfosi radicale. Ritornare quindi a essere bruchi sarebbe fare un grave torto a noi e al nostro Pianeta”. Mentre la farfalla? “Si ciba del nettare dei fiori (o di liquidi che trasudano dalla frutta) favorendo l’impollinazione, a vantaggio di tutto l’ecosistema. Il suo prendere è un dare. La sua vita è un esempio perfetto di come il bene individuale si integri e coincida con il bene comune”. Di quali altre cose dovremmo disfarci per favorire maggiormente questa trasformazione? “Per esempio, capovolgere la prospettiva egoistica e pensare di creare prosperità con il saper donare: questo può produrre benessere e migliorare l’attività lavorativa. In altre parole, dobbiamo sperimentare l’economia del dono. Seconda cosa, bisogna abbandonare l’illusione che siamo eterni. Impariamo a dialogare con la morte che ci insegna i valori della sobrietà, dell’unicità della vita e del suo miracolo. La nostra peggiore abitudine è infatti dare per scontato il miracolo della vita. Infine, scrolliamoci di dosso l’idea che ogni cosa che abbiamo è un fatto normale e automatico, e invece apriamoci alla gratitudine. Abbiamo tanti privilegi, dall’acqua – calda o fredda – al cibo, sempre a disposizione. Sembrano concetti poco pratici, ma basta iniziare ad applicarli nella nostra vita per renderci conto dell’efficacia e del miglioramento che producono in noi.

Italia Gentile www.italiagentile.com

1Rewards of Kindness? A Meta-Analysis of the Link Between Prosociality and Well-Being,” by Bryant P.H. Hui, PhD, University of Hong Kong; Jacky C.K. Ng, PhD, Hong Kong Shue Yan University; Erica Berzaghi, Anglia Ruskin University; and Lauren A. Cunningham-Amos and Aleksandr Kogan, PhD, University of Cambridge.

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