Al suo posto è stato designato – in qualità di commissario - Antonio Ferro, attuale responsabile del settore prevenzione, che aveva presieduto la commissione interna che ha indagato sulla situazione professionale nel reparto, da cui era nato il malessere della dottoressa Pedri
TRENTO – Il caso della ginecologa Sara Pedri, scomparsa in Trentino a marzo dopo essersi dimessa dal reparto ospedaliero del Santa Chiara dove lavorava, si è trasformato in una vera tempesta per il mondo sanitario della Provincia Autonoma. Dapprima è stato trasferito il primario Saverio Tateo, poi – nella serata del 10 luglio – la giunta provinciale ha deciso di commissariare l’Azienda Provinciale Socio Sanitaria, accettando le dimissioni del direttore generale Pier Paolo Benetollo. Al suo posto è stato designato – in qualità di commissario – Antonio Ferro, attuale responsabile del settore prevenzione, che aveva presieduto la commissione interna che ha indagato sulla situazione professionale nel reparto, da cui era nato il malessere della dottoressa Pedri.
Il dottor Ferro è dall’inizio della pandemia una figura di riferimento nell’ambito della gestione dell’emergenza e ha partecipato spesso agli incontri stampa della Provincia sull’andamento del Covid in Trentino. “La decisione – spiega la giunta del leghista Maurizio Fugatti in un comunicato – è stata assunta dopo aver preso atto della volontà di Pier Paolo Benetollo di rimettere il proprio mandato da direttore generale e a seguito degli esiti dell’indagine interna riguardante il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara”. Fugatti, quindi, dichiara di aver accettato le dimissioni, non di averle richieste. Infatti, il comunicato prosegue: “Nel ringraziare il dottor Benetollo per il lavoro svolto, con particolare riferimento all’impegno per contrastare gli effetti del Covid-19, la giunta informa di aver comunicato al professionista l’intenzione di avvalersi della sua esperienza anche in ottica di continuità con il programma di riorganizzazione dei servizi ospedalieri trentini”.
Sono cadute così due teste. Benetollo, confermando le dimissioni, ha inviato una lettera ai dipendenti affermando che “per quanto riguarda il caso della dottoressa Sara Pedri ed il clima nel reparto di ostetricia e ginecologia di Trento, la mia scelta è stata fin da subito quella di approfondire i fatti, raccogliendo nelle dovute maniere dati e testimonianze, per decidere subito dopo sulla base di questi. Credo che ormai si possa fare, e di aver compiuto quindi anche su questo versante il mio lavoro”. Sulle dimissioni e sulla sostituzione di Benetollo sono intervenuti anche i sindacati Cisl-Cgil-Uil. “Le dimissioni fanno emergere le difficoltà del governo provinciale nel gestire in trasparenza e nel rispetto dei diversi ruoli e funzioni la complessa macchina della sanità trentina. Rischia di essere un problema strutturale, per il quale la drammatica vicenda della dottoressa Pedri ha fatto solo da detonatore”.
Tateo cambia reparto perché la commissione ha accertato, dopo aver sentito 110 dipendenti della struttura, che il clima all’interno dell’ospedale non era sereno. Quindi le ragioni del profondo malessere manifestato da Sara Pedri erano fondate. Della donna non si sa più nulla dal 4 marzo, ma si teme che si sia gettata in un lago. Il trasferimento ha riguardato anche un’altra responsabile del reparto di Ginecologia, la dottoressa Liliana Mereu. Tateo è originario di Bari, ha 59 anni, e ha cominciato la sua carriera al San Matteo di Pavia, poi si è trasferito a Sondrio, prima di ottenere il trasferimento a Trento nel 2010.
Del reparto si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?“, che ha raccolto la denuncia dei familiari della ginecologa che aveva affidato ad alcune lettere lo sfogo sul profondo disagio di cui si sentiva vittima. Una neo-mamma ha scritto su una pagina di commenti: “I medici della neonatologia sono molto critici con il sistema di parto delle ostetriche e bisogna stare attenti a non finire in mezzo alle loro discussioni”. Una ginecologa aveva ammesso che perfino in sala operatoria c’erano discussioni, “c’erano ferri chirurgici che volavano addosso alle persone, anche per un nonnulla… Ti fanno sentire una nullità e ti fanno mettere in dubbio ciò che tu da decenni fai tutti i giorni, cercano di trovare lo sbaglio anche se l’errore non c’è pur di metterti in crisi”. Cinque ostetriche hanno denunciato problemi di incompatibilità ambientale e una settantina di colleghe della sala parto e del reparto di ostetrica hanno chiesto di deporre davanti alla commissione. Intanto l’Ordine dei medici del Trentino ha inviato una richiesta di esame all’Ordine di Milano, dove Tateo è iscritto.
Mentre continuano le indagini della Procura di Trento. Il sostituto Licia Scagliarini dovrà esaminare i contenuti della copia forense del telefono cellulare di Sara Pedri, che era stato trovato nella sua auto parcheggiata nelle vicinanze del ponte di Mostizzolo sopra il torrente Noce, una zona tristemente nota per i suicidi.