Da oggi si può scrivere così, tutto attaccato: Bonuccichiellini o Chiellinibonucci. Fate voi. Anche senza Buffon e Barzagli, resta la BC della difesa. Che leggendolo velocemente diventa “L’ABC”. E quello sono, Leonardo e Giorgio. Il capitano marcatore d’altri tempi, ancora il migliore nell’uno contro uno a 37 anni. Con le buone spesso, con le cattive quando serve. L’altro accanto, piede più educato e leader vocale in campo. Fidi scudieri l’uno dell’altro. Capitano, il livornese, suo vice il compagno di battaglia di una vita. Adesso campioni europei, finalmente. Dopo che un successo internazionale gli era sfuggito tre volte. La prima nel 2012, contro la Spagna. Poi con la Juventus nel 2015 e nel 2017. E, guarda caso, in due occasioni su tre non fu Bonuccichiellini. Perché ‘Chiello’ uscì dal campo, nove anni fa, contro la Roja dopo appena 21 minuti con l’Italia sotto 1-0. Strinse i denti, ma non ce la fece. A Berlino contro il Barcellona non ci provò nemmeno per un infortunio muscolare. C’erano tutti e due, nel 2017, contro il Real Madrid. Filò quasi tutto liscio per 45′, poi il big bang nello spogliatoio e la coppia scoppiò nell’estate.
Un anno lontani, quindi di nuovo l’uno accanto all’altro a coprirsi le spalle e darsi di gomito. Sempre al vertice in Italia, tra le battutine dei tifosi avversari per la loro ruvidezza tollerata, e mai più vicini al trionfo oltre i confini. L’età avanza, si diceva, il tempo inizia ad aprire le crepe. E poi non ci sono più Buffon e Barzagli, gli altri due di una linea diventata sinonimo di diga solida. Invece il muro, almeno quello azzurro, è tornato impossibile da scavalcare, impenetrabile in questo mese di Europei. Fino al capolavoro dei 120 minuti di Wembley in cui Harry Kane non vede mai la porta cancellato da Chiellini, come Romelu Lukaku nei quarti, e Raheem Sterling viene addomesticato da Bonucci. Con l’aggiunta del gol del pareggio – più il rigore – di Leo e di quel supporto alla manovra di ‘Chiello’ durante i supplementari, quasi a spingere i compagni verso l’ultima meta, come aveva fatto in semifinale sbattendo un sorriso sereno in faccia a un tiratissimo Jordi Alba nel momento più teso.
Una volta raggiunta, si sono cercati ancora. “Ce l’abbiamo fatta, Leo”. “Ce l’abbiamo fatta, Giorgio”. Mani in faccia e abbraccio stretto. Poi la passeggiata sul prato verde nel tempio del calcio inglese per rendersi conto che sì, dopo una vita ad inseguire un successo europeo, ce l’avevano fatta. “Ne dovete mangiare di pastasciutta”, l’urlo di Bonucci per sfogare un mese in cui tutti guardavano all’Inghilterra mentre nel ritiro azzurro tutti lavoravano per il blitz. “Qualche lacrimuccia è scesa”, ha ammesso Chiellini. Mettendo un po’ le mani avanti quando gli hanno ricordato che tra un anno e mezzo c’è il Mondiale: “Già tanto se riesco a correre domani, andiamo con calma. Leo e Gigio (Donnarumma, la D dopo la BC, ndr) sicuramente sì. Ognuno ha un ruolo e delle doti, io e Leo siamo diversissimi, e cerchiamo di sfruttare le nostre qualità nel migliore dei modi”.
E pure Bonucci, nella notte più bella della sua carriera (ipse dixit), si volta verso il suo gemello diverso: “Siamo arrivati insieme a lottare in questo trionfo, ci abbiamo creduto e lo abbiamo fatto. Penserò io a convincere Chiellini per i prossimi Mondiali, andremo in vacanza insieme e lo convincerò”. Per l’ultima battaglia insieme, sudore e fatica, sportellate e incitamenti. Forse un rischio, vista l’età e la continuità di utilizzo di Chiellini durante la stagione. Di certo un sogno per entrambi, un altro da inseguire e da acchiappare come fanno i difensori. Come fanno loro due da anni, fianco a fianco. Adesso anche nel letto, appagati, con la coppa in bella mostra, marcata stretta anche lei. Simbolo di una delusione europea finalmente cancellata da Bonuccichiellini o Chiellinibonucci, sorrisi e arroganza, piedi educati e ruvidezza. La coppia più forte d’Europa. Da domenica sera è scritto anche nella storia.