Esultanza di Papa Francesco per le vittorie dell’Argentina in Coppa America e dell’Italia agli Europei. Dal Policlinico Gemelli, dove si trova ancora ricoverato dopo l’intervento al colon a cui è stato sottoposto il 4 luglio e dove ieri ha recitato l’Angelus, Bergoglio non ha voluto far mancare il suo sostegno alle due squadre. “Nel condividere la gioia per la vittoria della nazionale argentina e di quella italiana con le persone che gli sono vicine, – ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni – Sua Santità si è soffermato sul significato dello sport e dei suoi valori, e su quella capacità sportiva di saper accettare qualsiasi risultato, anche la sconfitta: ‘Solo così, davanti alle difficoltà della vita, ci si può sempre mettere in gioco, lottando senza arrendersi, con speranza e fiducia’”. Il Papa è un noto appassionato di calcio, tifosissimo del San Lorenzo, squadra della sua Buenos Aires.
In merito alla degenza al Gemelli, il portavoce vaticano ha precisato che “Francesco ha trascorso una giornata tranquilla ed ha completato il decorso post operatorio chirurgico. Al fine di ottimizzare al meglio la terapia medica e riabilitativa, il Santo Padre rimarrà ricoverato ancora qualche giorno”. Domenica pomeriggio ha celebrato la messa nella cappellina privata con il personale che quotidianamente lo assiste. Bruni ha aggiunto che “prima della recita dell’Angelus ha desiderato incontrare alcuni piccoli pazienti del vicino reparto di oncologia con i rispettivi familiari che, successivamente, lo hanno accompagnato sul terrazzino del decimo piano in occasione della preghiera mariana. Al termine, ha salutato i degenti ricoverati al piano, intrattenendosi brevemente con il personale medico ed infermieristico”. Il Papa ha percorso questo tragitto in sedia a rotelle visibilmente affaticato. Anche se poi ha recitato l’Angelus in piedi sul balconcino che si affaccia sul piazzale principale del Policlinico.
Proprio introducendo la preghiera mariana, Francesco ha sottolineato che “in questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato ancora una volta quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi. Un servizio sanitario gratuito, che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti. Anche nella Chiesa – ha aggiunto il Papa – succede a volte che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non va bene economicamente, e il primo pensiero che ci viene è venderla. Ma la vocazione, nella Chiesa, non è avere dei quattrini, è fare il servizio, e il servizio sempre è gratuito. Non dimenticatevi di questo: salvare le istituzioni gratuite”.